Isis, l'orrore continua. É stato diffuso ieri il video dell'uccisione del pilota giordano Muad Kasasbeah. Un'uccisione diversa dal solito e, se possibile, ancora più brutale. Le scioccanti immagini mostrano infatti il pilota in una gabbia e una lingua di fuoco che si avvicina inesorabilmente. Dopodiché ci sono solo fiamme e dei resti carbonizzati. Al termine dell'esecuzione quel che rimane del pilota viene sepolto sotto delle macerie dai jihadisti dell'Isis. L'affronto finale all'ennesima vittima del califfato.
Un'esecuzione che peraltro risale al 3 gennaio scorso.
Una farsa, quindi, la trattativa per scambiare la libertà dell'ostaggio giordano con quella della kamikaze irachena Sajida Al Rishawi. Ma la Giordania non è disposta a tollerare oltre. Al punto che ieri all'alba Sajida è stata impiccata insieme ad un altro terrorista islamico. E altri tre potrebbero subire la stessa sorte nelle prossime ore. Una risposta dura, ma necessaria per contrastare l'Isis, che ormai controlla un territorio grande quanto l'Italia.
Secondo l'agenzia giornalistica italiana Askanews, il califfato può contare su una popolazione di circa 11 milioni di individui. Non solo gente che già viveva in quei luoghi, ma soprattutto volontari provenienti da tutto il mondo. Persone che condividono la causa dell'Isis.
E disposte a portarla avanti con ogni mezzo.
Persone che evidentemente non si fanno problemi a fingere di mercanteggiare con la vita di chi hanno già ammazzato da tempo. Oltre al danno la beffa, insomma. Soprattutto perché la Giordania aveva fatto sapere di essere disponibile a trattare alle loro condizioni. Inevitabile chiedersi quindi se tutto ciò abbia senso.
E se scendere a patti con loro non sia in realtà un modo per assecondare il loro agire.
Isis, l'escalation della violenza
L'assassinio di Muad Kasasbeah è solo l'ultimo di una lunga serie di atti di violenza che portano la firma dell'Isis. Ma questa volta la sfida nei confronti dei nemici del califfato era ancora più forte.
Non solo per la terribile modalità dell'esecuzione, ma soprattutto per la percezione di questa morte da parte dei terroristi. Nei giorni seguenti alla cattura del pilota, l'Isis aveva diffuso un sondaggio online per chiedere ai suoi sostenitori come meritava di morire un infedele.
Un piacevole diversivo per i jihadisti, insomma. Come se la morte di una persona potesse essere un gioco. Sembra di essere tornati nel Medio Evo, con una giustizia sommaria ed esecuzioni-spettacolo. Ci troviamo di fronte ad un regime che ha fatto della violenza e della paura i suoi punti di forza. Ad un regime totalitario che non conosce tolleranza. E che uccide chi non è d'accordo.
La Storia a quanto pare si ripete e insegna poco o nulla.
"Il video mostra la brutalità dell'Isis e rafforza la nostra determinazione a sconfiggerli", afferma Obama. La coalizione internazionale deve essere unita è più aggressiva. Un copione già sentito, ma che in passato ha portato a violenze su scala mondiale. Per quanto ancora permetteremo all'Isis di uccidere persone innocenti prima di renderci conto che siamo tutti nel suo mirino?