A Sanremo 2015 sarà protagonista la musica. E trattandosi di un festival canoro non dovrebbe stupirci poi così tanto. "La vera forza del festival è il suo potere di riunire le famiglie italiane. Tutta la famiglia si mette davanti alla tv per guardare e commentare", ha detto Carlo Conti. Sarà, ma davanti alla tv quest'anno staremo in silenzio. Nessuna polemica, nulla da commentare. Flop assicurato per questo Sanremo 2015, insomma.
A partire dai compensi percepiti dai presentatori. Mai così contenuti come quelli di quest'anno. Che poi, contenuti si fa per dire.
Per presentare Sanremo 2015 Carlo Conti si è accontentato di mezzo milione di euro. Per non parlare del cachet annuale di 1.300.000 euro in quanto presentatore Rai. Ben più modeste invece le varie vallette, che hanno portato a casa cifre comprese tra gli 80 mila e i 60 mila euro.
Certo parliamo ancora di cachet che fanno rabbia in un periodo economico come questo. Ma siamo onesti, non è un granché a cui attaccarci. Meno male che almeno tra i concorrenti ci sono degli evasori fiscali. Così ci sentiamo un po' più in Italia. Ma come dice Conti, il giudizio lo lasciamo agli organi competenti.
Sanremo 2015, protagonista la musica
Un festival privo di polemiche dunque, dove l'arte sarà assoluta protagonista.
Un'arte che si incarna talvolta in portavoce insoliti. Ma che all'alba del 2015 possono giustamente venire apprezzati solo per il proprio talento. Già, perché nemmeno la presenza della drag queen Conchita Wurst ha suscitato polemiche accese. Non sia mai che finalmente anche noi italiani ci stiamo ammorbidendo.
Dopo le edizioni movimentate degli anni scorsi, Sanremo 2015 rischia così di essere un flop.
L'attesa è troppo tranquilla, soprattutto dal punto di vista politico. Nessun Celentano ad occupare le pagine dei giornali con i suoi discorsi anti Berlusconi. Nessuna prossima votazione e comici censurati in sala. Nessuna marcia di Grillo per protestare contro l'assurdo giro di soldi che tiene in piedi una manifestazione come Sanremo.
Un'edizione insolitamente tranquilla, insomma. "Sarò già felice di fare il 38% degli ascolti, il risultato del Festival di Fazio dell'anno scorso", afferma il direttore di Rai1, Carlo Leone. Un Sanremo modesto, quindi. E stranamente maturo. Ma alla fine Sanremo è sempre Sanremo. Una farfallina qui, una gaffe là. Certamente anche stavolta troveremo una scusa per non smentirci. E per trasformare una kermesse di terza età in un'esibizione di superficialità. Perché in fondo, chi vuole davvero un Sanremo anti-polemica?