Ci siamo. I 12 semifinalisti che si contenderanno il diritto di accedere alla finale del Premio Strega 2015 ci sono. Poche sorprese a scorrere l'elenco. Scrittori come Capossela, la Ferrante, Lagioia, Santagata e Zardi ci sono. Un po' meno scontata la presenza di Zerocalcare, che ha comunque timbrato il cartellino. Tra gli esclusi poca roba nota quindi sembrerebbe quasi, a vedere i nomi di chi ha passato questa prima votazione, che in fondo è andata come avrebbe dovuto andare.

Qui si fermano le considerazioni in merito ai 12 guerrieri letterari e cominciano quelle che riguardano proprio i 14 esclusi.

Con la campagna #StregaDigitale si intende suggerire l'accettazione del digitale da parte della fondazione Bellonci per l'ammissione al Premio Strega, magari anche cambiando il sistema di accesso al premio stesso. E torniamo quindi a valutare un aspetto forse poco noto del meccanismo che spinge un editore ad accettare la candidatura di un suo libro al concorso letterario.

Partecipare al premio per acclamazione (di due amici della domenica) dovrebbe rappresentare un onore.

Ma è un onore che si paga a caro prezzo. Per l'invio delle 500 copie cartacee richieste dall'organizzazione si può stimare una spesa media di 2.000 euro a voler essere spilorci. Ma questa spesa, per garantirsi la sola presenza tra i 26 candidati, dovrebbe avere un rientro in termini di visibilità e quindi anche di vendite. Come dire che spendo 2.000 euro per farmi pubblicità, è vero, ma prevedendo di incassarne almeno 6.000.

Sarà vero?

Proviamo a fare un paio di considerazioni. Diciamoci subito la verità: chi si ricorda i nomi dei 14 esclusi? E chi si ricorda quelli degli anni precedenti? Anche ipotizzando un'impennata delle vendite, i 2.000 euro spesi per l'accesso al premio resteranno una spesa solo in parte ammortizzata dalle vendite.

Editori e autori prima sconosciuti resteranno tali e il fregiarsi della dicitura "Libro in pre-selezione al Premio Strega 2015" sarà un'arma a doppio taglio. Da una parte il pregio della presenza nell'Olimpo della letteratura italiana. Dall'altra l'onta dell'eliminazione. E la considerazione che, a ben vedere, sei arrivato lì dietro raccomandazione di due persone e ne sei uscito con pieno merito.

Di fronte a queste considerazioni, verrebbe da chiedersi: perché non dare seguito a #StregaDigitale e ammettere l'e-book al concorso? Così, per evitare di dover assistere, oltre che alla beffa, anche al danno economico. La speranza che l'AIE ci ripensi è sempre viva, dando ancora seguito all'evoluzione della lettura.