La notizia era stata lanciata da una cronista della Televisione cinese. Oggi, come un fulmine a ciel sereno, i media di casa nostra stanno interrogandosi se Palmira (Siria) -occupata dagli uomini del Califfo nero- sarà rasa al suolo secondo oramai quanto già dimostrato altrove.
L'Unesco (Agenzia culturale dell'Onu) ha oramai segnalato i primi atti di vandalismo e la stessa Onu, in queste ore, è affaccendata a lavorare intorno ad una risoluzione il cui contenuto è ancora all'oscuro di tutti.
Ma che, secondo non pochi osservatori internazionali, non salverebbe la città delle palme (situata nel deserto siriano tra Antiochia e Babilonia) dalla feroce distruzione e cancellazione di uno dei siti archeologici più importanti al mondo e del tutto pari a Pompei, Efeso e Leptis Magna.
E sarà proprio l'importanza simbolica, storica e culturale di Palmira che spingerà il moderno Stato islamico nascente a distruggerla? Di certo sembrerebbe che l'Occidente sia rimasto ammaliato da un incontrastato disincanto e che -probabilmente- non ha ancora avuto la capacità di capire che cosa stia succedendo in quella parte del mondo.
Palmira, patrimonio culturale dell'umanità, ebbe il suo massimo splendore dal I al III secolo d.C. Era un luogo di sosta obbligata sulla via che univa l'Eufrate ed il Mediterraneo; costituiva un notevole centro commerciale e per questo era straordinariamente prospera; era famosa, inoltre, per il percorso terrestre "della via della seta"; un punto d'incontro di dialogo ed affari; una città carovaniere dell'Impero romano che non disdegnava di dare importanza pure ai propri prodotti orientali.
Palmira (Tadmor, secondo gli arabi ossia la città delle palme da dattero) entra nella storia pure grazie a Zenobia che sotto la propria reggenza estende il dominio sulla Mesopotamia, Siria, Palestina ed Egitto proclamandosi -nonostante le ostilità di Roma- regina d'Oriente.
Una donna, dall'incredibile bellezza e dal comportamento maestoso, che seppe creare non pochi grattacapi alle numerose legioni romane. E bisognerà attendere l'imperatore Aureliano perché venga sconfitta e condotta prigioniera a Roma. Ma, comunque, tra storia e leggenda, non c'è certezza sulla sua morte. Alcuni studiosi la donna persino esule dalle parti di Tivoli (Lazio) seppure non v'è alcuna traccia della sua presenza.
Zenobia era guerriera ed intellettuale. Una donna di grande cultura che seppe circondarsi d'una schiera di validi letterati fra cui Longino, professore di filosofia platonica di Atene.
La storia di Palmira, perciò, è una fonte inesauribile d'importanza culturale.
E dato che non finisce mai di stupire gli studiosi di tutto il mondo indipendentemente dalla propria fede religiosa -nelle sedi più opportune- dovrebbero sentirsi in dovere di dare segnali più dimostrativi.
In gioco, per di più, ci sono gli impianti per l'estrazione del gas che in mano ai miliziani del califfato nero costituisce una fonte di reddito per finanziare la propria singolare guerra santa per ridisegnare i confini secondo i propri interessi. Un aspetto economico e sociale che s'incunea in quello politico. E l'Europa non può stare a guardare Washington, il presidente Obama si sta avviando alla fine del suo secondo mandato e potrebbe avere poche carte da giocare.