Dopo che i lavoratori con il referendum hanno sonoramente bocciato il piano di salvataggio, ventilato come prendere o lasciare e con l'appoggio del governo e sindacati, l'Alitalia va sempre più volando in un clima di incertezza e di spaesamento. Ricordiamo che il piano di ristrutturazione -più finanziario che industriale- ha visto il popolo del NO prevalere con il 67%. Prevedeva lacrime e sangue per 1300 esuberi, 900 in cassa integrazione, 8% di stipendio in meno per tutti quanti gli altri. Mentre adesso circa 20mila (compreso l'indotto) sarebbero i candidati tra il licenziamento e la Cig.

La strategia

Tutto è stato rinviato al prossimo Cda del 2 maggio. Mentre -di sicuro- navigano tra le nuvole governo (che esclude la nazionalizzazione della compagnia di linea) e sindacati sconfessati dai propri iscritti. Intanto la compagnia aerea tedesca Lufthansa ha fatto sapere che non è interessata all'Alitalia, spezzando un sogno -di quasi mezza estate- che circolava soprattutto fra i lavoratori. E salvo qualche coniglio fatto uscire magistralmente dal cilindro, ma non si sa da chi, la strada diventa sempre più stretta ed obbligata da percorrere. Ossia commissariamento (pare siano all'asta posti per tre commissari), amministrazione straordinaria perlomeno per sei mesi ed in caso di mancato acquirente, fallimento con tutte le più nere conseguenze del caso.

Qualcuno ha già ventilato che non ci sono i soldi, della cassa integrazione, per tutti. Nel frattempo il governo gentiloni (indigesto pure a lui il referendum) è alla ricerca di 300/400 milioni di euro da sborsare come prestito ponte.

Sberla

La sberla non è stata data dai lavoratori con la piuma d'oca. Proprio come nel film di Petri.

Goffa situazione per alcuni ministri del governo Gentiloni, che si era speso apertamente per il SI'; squallido risultato per i vertici dei sindacati che adesso chiedono di riaprire le trattative. In chiave attuale - oggi come ieri nella fiction- tutti contro tutti: lo Stato, il mercato, la politica, i sindacati ed infine "la classe operaia" che si ribella al ruolo d'un semplice ingranaggio del grande ed oscuro sistema che opprime ed impone il proprio funzionamento.

Alienazione

Il termine può fare paura. Ma i lavoratori di cielo e di terra dell'Alitalia, probabilmente ed inconsapevolmente, hanno lasciato capire che non c'è più spazio per continuare a dipendere dalla globalizzazione e dall'Europa considerata sempre più matrigna. Seppure in parte, giudicando il management incapace, i problemi sarebbero da fare risalire molto indietro nel tempo. Evidente, tuttavia, è il fatto che potrebbe trattarsi d'una richiesta di un processo di oculata liberalizzazione, il cui filo conduttore s'insinua nella necessità di riscrivere tutti insieme le regole e di non essere succubi di referenti politici e sindacali che forse sanno poco o nulla del trasporto aereo: la classe operaia va in paradiso, ma solamente nella fiction?