Steven Spielberg e Tom Hanks, dopo aver collaborato in varie pellicole e serie televisive (da “Salvate il soldato Ryan” del 1998 a “The Terminal” del 2004, passando per l’esperienza di “Prova a prendermi” e delle serie televisive sulla Seconda Guerra Mondiale, “Band of Brothers”), torneranno presto al Cinema con un film in comune ambientato durante la Guerra Fredda e intitolato “Il ponte delle spie”Il nuovo film, che uscirà in Italia il prossimo 17 dicembre, arriva con delle buonissime premesse, anche perché, oltre alla premiata ditta Spielberg-Hanks, vanta la sceneggiatura dei fratelli Coen, che è un buon biglietto da visita.

Un film ambientato durante la Guerra Fredda

La storia del film si svolge durante il periodo della Guerra Fredda: è il 1960 e Tom Hanks è un avvocato specializzato in problemi assicurativi che deve negoziare lo scambio tra due spie, ovviamente una americana e una sovietica. Il suddetto scambio dovrà avvenire materialmente su un ponte che unisce Berlino Ovest a Berlino Est, ed è da questo ponte che deriva il titolo del film. Nel ruolo di una delle due spie c’è Mark Rylance, mentre Sebastian Koch interpreta la parte di un avvocato della Germania dell’Est.

Spielberg per la prima volta alle prese con un film di spionaggio

Per Spielberg si tratta del primo film di spionaggio, anche se il regista dice che la sua spy story è più un pretesto per raccontare la storia di un uomo che, per difendere i suoi ideali, deve stravolgere la sua vita normale e rischiare. Il protagonista è Tom Hanks, un grande attore che, oltre ad essere già un grande amico di Spielberg, rischia di diventare anche un suo prezioso feticcio, essendo ormai all’ennesima collaborazione con il regista. Hanks parla del regista prima di tutto come di un grande amico e poi come di un grande professionista con il quale si lavora benissimo e in perfetta armonia. Sull’epoca raccontata dal film entrambi gli artisti sono concordi nel dire che sia stata difficile, con il Muro di Berlino e la divisione Est-Ovest, ma oggi ci sono ancora tante “barriere che, oltre a tenere le persone dentro, sono fatte per tenerle fuori”.