Proprio così: il 51enne ex porno divo, vista la latitanza dello Stato, avvia una petizione diretta al Ministro dell'Istruzione Giannini affinché si calendarizzi una proposta di legge per introdurre l'educazione sessuale nelle scuole. Non solo: il nostro si offre anche come testimonial e, perché no?, come educatore e promotore nelle scuole dell'iniziativa.
Il tema della petizione è "Educazione sessuale nelle scuole!
Ci metto la faccia e l'esperienza #cipensarocco". Se siete inorriditi all'idea che ci metta anche "l'esperienza", leggete la giustificazione: "Faccio il mio lavoro da 30 anni e ho acquisito abbastanza esperienza per assicurare che quello che faccio io non è educazione sessuale, bensì altro, pornografia appunto." Tutto chiaro?
Il parere della scuola
Il nostro Robbie Nash ha incontrato Pina Varriale, ex insegnante e autrice di best sellers, come "Ragazzi di camorra" (Piemme Edizioni).
D. Cosa pensi, Pina, di questa iniziativa?
R. Se quella di Siffredi è una provocazione sta bene visto che a Scuola ancora oggi molti temi non vengono affrontati.
Una corretta informazione è fondamentale per tutti, soprattutto per i ragazzi che oggi, più di ieri, hanno come 'maestro' Internet.
Di chi le colpe di questa situazione?
Purtroppo non è colpa della scuola, cioè dei suoi insegnanti, se su moltissimi argomenti siamo rimasti fermi alla preistoria. Tra le storture della buona scuola c'è non soltanto quella di avere disastrato il sistema scolastico italiano affidando a persone incompetenti e senza preparazione (vedi i molti miracolati della "fase c") un lavoro delicato come è quello dell'insegnante e lasciando per strada gli abilitati, ma soprattutto dimenticando i ragazzi che sono l'unico motivo per cui la scuola ha ragione di esistere.
Come ti coglie questa provocazione?
Di che dovrei meravigliarmi?
Non è scandaloso Siffredi con la sua proposta provocatoria, é scandalosa questa buona scuola che ha azzerato qualità, professionalità e competenza.
Ai nostri lettori valutare la genuinità della proposta di Siffredi. Ma più in generale, se lo stato di abbandono e l'approssimazione con cui la scuola, dagli edifici pericolanti all'educazione carente, è amministrata sia degna di uno Stato che vorrebbe essere moderno.