Con l’incombere della notte dell’88-esima edizione degli Academy Awards, che si terranno il 28 febbraio come sempre al Kodak Theatre di Hollywood, fra i mesi di dicembre e di gennaio sono iniziate a circolare nelle sale cinematografiche alcune di quelle pellicole che probabilmente si contenderanno l’abita statuetta placcata in oro 24 carati. Una di queste è per l’appunto La grande scommessa, il film diretto da Adam Mckay (noto per aver girato in precedenza i due demenziali “Anchorman” con protagonista l’attore comico Will Ferrell), che basandosi su “The Big Short – Il grande scoperto”, il libro del 2011 scritto dal giornalista-economista del New York Times Micheal Lewis, ripercorre l’intuizione realmente verificatasi di un gruppo di investitori in merito alla scintilla che avrebbe portato al collasso dell’intero sistema finanziario globale incominciato nel 2007.
I protagonisti del presente adattamento, nei nostri Cinema dal 7 gennaio, sono impersonati da eccellenti interpreti quali Christian Bale, Steve Carell, Ryan Gosling e Brad Pitt.
Recensione
Il film di Adam McKay è follia allo stato puro, dato che in seguito alla sua visione rimaniamo allibiti dinanzi alle cause scatenanti il crollo dell’attuale impianto finanziario mondiale, facendoci abbandonare ogni minima speranza di ri-sollevamento sia nei confronti dell’economia internazionale, che dell’etica umana. “La grande scommessa” è un racconto sconcertante, cattivo, egoistico, spietato, venale, che ha smarrito l’anima in qualche sudicio ripostiglio ormai in disuso e dove l’uomo comune vive la sua vita frastornato dalla pubblicità e dal gossip dell’ultimo minuto ignaro della bomba che è stata appena innescata.
Uscendo dalla sala lo spettatore si sentirà ancora più vittima ed ancora più preso per i fondelli da un carnefice congegno economico-speculativo senza scrupoli, che pur di restare a galla non solo fagociterebbe il comune consumatore, ma auto-fagociterebbe anche sé stesso se necessario. Difatti, secondo quanto suggerisce il titolo del film, la grande scommessa è la scommessa del mercato finanziario sul fallimento di questi e quindi su quello dell’intero pianeta, in un mondo dove i soldi acquistano altri soldi entro un costante circolo vizioso.
Tuttavia, essendo un’opera filmica dai tratti diabolici, perversi e scellerati ha persino il pregio di intrigare, come si confà a qualunque storia di questo tipo; il fascino del male insomma.
Accompagnati da un dinamicissimo montaggio che non lascia respiro, i fatti si susseguono vertiginosamente attraverso brillanti dialoghi concepiti a metà strada fra dramma e commedia, quest’ultimi letti magistralmente dalle interpretazioni degli attori in scena. Nel corrente adattamento, egualmente a “The Wolf of Wall Street” di Scorsese, verrà nuovamente abbattuta la quarta parete cinematografica ed andremo a lezione di finanza da Ryan Gosling, Margot Robbie, dal noto chef statunitense Anthony Bourdain e dalla pop star Selena Gomez, sperimentando inconsueti ed originali piani narrativo-temporali.
“La grande scommessa” alletterà pure i palati dei digiuni in materia economica, anche se probabilmente faticheranno ad assimilare in toto la gran mole di nozioni, percentuali e di dati statistici che gli verranno propinati; nonostante ciò, questo riprovevole turpiloquio incentrato sui grandi affari milionari è di certo immancabile.