Uscirà nelle sale italiane il 7 gennaio 2016, "La grande scommessa", "The big short" per la regia di Adam McKay, statunitense regista poliedrico, premiato all'Hollywood Film Awards come "miglior regista rivelazione del 2015", e che può contare su un cast d'eccezione: Brad Pitt, Ryan Gosling Christian Bale, Steve Carell e Marisa Tomei. Il film è tratto dal libro "The big short: inside the doomsday machine" di Michael Lewis, che narra della vera storia di alcuni investitori che hanno previsto la crisi del mercato che avrebbe portato a quella finanziaria del 2008 e per guadagnarci su, scommettono contro il sistema.

La crisi da un punto di vista diverso, dunque, che è quello di alcuni piccoli ed intuitivi speculatori sconosciuti a tutti noi, ma fondamentali per capire cosa veramente è accaduto quasi dieci anni fa.

Adam McKay, formatosi presso il Teatro Improv Olympic di Chicago e cofondatore di un gruppo comico, è famoso per il suo umorismo acido, molto maschile ma mai "macho", per le sue pellicole che in fondo mettono in scena sempre le stesse situazioni costruite su una comicità demenziale e su personaggi ridicoli che mai si adattano all'ambiente in cui vengono inseriti (come il remake di "Uptown Saturday Night", "Anchorman", "Fotti la notizia"). Difficile immaginare che non si avvalga di questa sua cifra stilistica anche per questo suo ultimo lavoro, di cui peraltro, ha firmato anche la sceneggiatura.

Quasi certamente, visto il ricco e celebre cast, il film attirerà molti spettatori.

I precedenti

Non è facile rileggere con originalità il vero, senza cadere nella trappola della fiction, e da questo punto di vista "La grande scommessa" ha un precedente illustre che ha raccontato la crisi del 2008, ovvero "Margin call" (2012) di J.C.

Chandor, un film denuncia made USA, fluido, compassato e didattico, drammaticamente attuale. Più incalzante la famosissima pellicola di Oliver Stone datata 2010 "Wall Street-Il denaro non dorme mai", sequel di "Wall Strett" del 1987. Narrativamente ripetitivo ma realistico, è invece il film-tv sul crack della Lehman Brothers,"Il crollo dei giganti"(2011)di Curtis Hanson.

Sarà riuscito McKay a riflettere con profondità e intelligenza sulla crisi finanziaria che ha coinvolto tutto il mondo e sulle crepe del sistema capitalistico attraverso un punto di vista diverso, quello di chi con la crisi ci ha guadagnato?