Si è concluso ieri l’evento di due giorni che prevedeva il passaggio al Cinema dello special natalizio su una delle serie più famose degli ultimi anni made in BBC. Le avventure di uno Sherlock contemporaneo, che si avvale del web e delle moderne tecnologie per investigare, hanno raccolto fan in tutto il mondo e, complice la dilazione delle riprese per la prossima, attesissima stagione della miniserie inglese, Moffat e Gatiss hanno forse voluto fare un omaggio ai loro fan, cedendo alla tentazione di riportare Cumberbatch e Martin nel periodo storico della serie canonica, in questo caso il 1881. L’operazione sembra riuscita a giudicare dal fatto che il film raccoglie nei cinema italiani ben 331mila euro in soli due giorni.
Ma è davvero tutto oro quello che luccica o nemmeno la rappresentazione patinata e impeccabilmente recitata dello special riesce a nascondere un generale senso di sciattezza a cui ormai la serie si è abbandonata a partire dalla ripresa della terza stagione?
Le meraviglie del palazzo mentale
La prima ora di special, nonostante l’eccesso di battutine da bar e ammiccamenti al pubblico dei fan, scorre rapida e incalzante; bisogna risolvere una serie di misteriosi omicidi di fronte a cui ogni logica sembra cadere per la presenza del misterioso fantasma di una “sposa cadavere” che miete vittime su vittime. Le scenografie sono impeccabili, l’atmosfera vittoriana ben ricreata, le dinamiche fra gli attori sono spontanee, benché si avverta qualche scricchiolio qua e là in una caratterizzazione che ha ormai fossilizzato Sherlock e John in due macchiette da cartone animato.
È sull’ultima mezz’ora che la storia perde colpi e, se la soluzione finale agli omicidi sarà talmente paradossale e faziosa da lasciare ben poco convinti, questa si perderà completamente in un arzigogolo di colpi di scena tutti tesi a dimostrare che questa non è una realtà alternativa vera e propria ma una ricostruzione tutta avvenuta nella mente del brillante investigatore, che costruisce nella sua mente un caso irrisolto ambientato nel passato per arrivare alla soluzione del grande mistero irrisolto alla fine della terza stagione.
Uno special per ingannare la fame di novità dei fan
Eravamo rimasti a Jim Moriarty, che si era ripresentato a sorpresa sugli schermi un attimo prima della fine della terza stagione, e già fioccavano le teorie al riguardo di questa miracolosa ricomparsa.
Tutto lo special ha finito così per ruotare attorno a un messaggio ribadito ripetutamente al pubblico: Moriarty è morto per davvero e un intero caso ricostruito nella mente di Sherlock deve dimostrare questa incontrovertibile verità.
Il risultato è un finale confuso, dove realtà e fantasia si sovrappongono e si avviluppano su troppi livelli che finiscono per scivolare l’uno sull’altro, fino a lasciare lo spettatore insoddisfatto e disorientato. Se la visione, nonostante tutto, resta gradevole, nemmeno la bravura degli attori riesce a salvare lo special da un ridicolo in cui va a ficcarsi volutamente, arrivando a prendersi in giro persino nei momenti di spessore più drammatico con così tanta insistenza che resta ben poco da prendere sul serio. E ora che l’ambiguità sulle sorti di Jim Moriarty è risolta, di cosa parlerà la quarta stagione? E soprattutto: a cosa è servito quell’ultimo plot twist, se ha finito per essere sbugiardato con così tanta foga da uno special girato appositamente per questo motivo? Ai posteri l’ardua sentenza.