Lo scienziato è colui che si rapporta con le cose morte. Solo dopo che una stella si è estinta, si rivela tutta la sua luce. E solo dopo la morte di chi amiamo - spesso - riusciamo a conoscere la sua anima, a liberare i non-detti.

Questo rappresenta l'ultimo film di Giuseppe Tornatore, "La corrispondenza" (Italia, 2015). Il regista l'ha realizzato insieme al proprio omonimo romanzo.

L'amore a distanza nell'era 2.0 si apre così a considerazioni filosofiche più che contemporanee.

La trama

Ed Phoerum (Jeremy Irons), professore di astrofisica, ha una lunga relazione extraconiugale con Amy Ryan (Olga Kurylenko). Sono costretti a incontrarsi di rado, ma la loro corrispondenza cartacea e digitale è fittissima. Convivono nell'anima.

Lei è una "kamikaze", una stuntwoman infaticabile nel cercare atrocità (cinematografiche) a cui sottoporsi. Finché la morte non la raggiunge nella realtà, privandola del non più giovane Ed. L'ha stroncato un astrocitoma: un "tumore a stella", letteralmente.

Negli ultimi tre mesi di vita, il professore ha studiato un sistema per perpetuare la propria volontà e le proprie parole, facendole giungere ad Amy. Come la luce degli astri, l'amore dei due si moltiplica in un gioco di distanze, svelando ciò che, in vita, non conoscevano l'uno dell'altra. Compreso il dolore che divide Amy dalla madre e che la spinge a massacrarsi, nella finzione cinematografica.

Osservazioni

Il film predilige interni in ombra, camere da letto e salotti con camino - teatri della solitudine e dell'intimità amorosa. Fanno da contrappunto i tappeti di nuvole su cui Amy (in aereo) viaggia verso le tracce lasciate dal "fantasma" di Ed e le immagini di galassie.

Dall'universo all'animo umano e viceversa: Tornatore li mostra in parallelo, per rivelarne la somiglianza strutturale.

Meraviglioso il quadro di Borgoventoso, luogo di ritiro di Ed, vero e proprio spazio dell'anima - e che è, in realtà, l'isola di San Giulio d'Orta

Le musiche sono dell'ormai classico Ennio Morricone.

"La corrispondenza" è un film di dialoghi che si confondono col soliloquio e di "vita dopo la morte": anzi, di vita che inizia dopo la morte. Perché i messaggi inviati a un'ombra potranno bensì cadere nel vuoto, ma ciascuno di loro lascia il cuore rinnovato.