Sono giorni ormai che la parola "petaloso" invade le bacheche dei social network: c'è chi l'ha amata e chi l'ha odiata, ma nessuno gli è rimasto indifferente. Il clamore volutamente instillato nella gente dalla maestra del piccolo Matteo, ha fatto in modo che l'hashtag #petaloso diventasse e rimanesse un trend topic a lungo.

La notizia è stata talmente amplificata, che c'è stato qualcuno che si è messo a pensare e addirittura a studiare.

E così è saltato fuori un tweet che conteneva la parola in questione, utilizzata però in un testo antico, per errore.

"Petaloso" a cavallo tra il '600 e il '700

Victor Rafael Veronesi, un appassionato e studioso di storia e critica, ha assicurato che il termine proveniva da una traduzione "scellerata" dal latino, che si può vedere nel testo nell'immagine linkata. Quella lettera che sembra una "f" è in realtà una "s lunga", adoperata fino al XIX secolo e poi eliminata dai caratteri della lingua occidentale per un evidente difficoltà visuale (molti, grazie anche al trattino che compare sulla sinistra, la prendevano, appunto, per una "f").

Riesumando dagli scaffali il "Centuriae Decem Rariora Naturae", una sorta di registro contenente specie animali, vegetali e fossili, tradotto dal botanico James Petiver più o meno tra fine 1600 e inizio 1700, poiché era redatto con termini latini e italiani, Veronesi si è ricordato che il fiore del peperoncino veniva definito proprio "petaloso".

Una coincidenza curiosa se si pensa che Petiver era considerato un ottimo botanico ma un pessimo latinista, stando a quanto dice "Il Corriere". Petiver era, infatti, membro della Royal Society, una prestigiosa associazione scientifica britannica, ma era redarguito continuamente riguardo la sua poca attitudine alla "lingua degli eruditi".

Ancora una volta, quindi, ci si ritrova davanti alla stessa parola, in due contesti storici, ideologici e fisici completamente diversi, per lo stesso motivo: un errore. In un altro tweet dello stesso Veronesi, ci si rende conto che c'è ancora dell'altro.

La "petalomania", infatti, sarebbe una malattia delle piante, a quanto risulta da un dizionario tecnico etimologico-filologico; un fenomeno per il quale tutti gli stami si convertono in petali.