156 anni fa, il 17 marzo del 1861, avveniva la proclamazione del regno d'Italia. Il nuovo Stato nasceva dalla fusione degli Stati preunitari in cui era divisa la penisola italiana da diversi secoli. A tale data restavano fuori ancora lo Stato Pontificio e il Veneto insieme ai territori di Trento, Trieste e l' Istria. Le reazioni internazionali furono così entusiastiche che nel giro di qualche settimana il nuovo Regno venne riconosciuto dalla Svizzera, dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti d'America.

Molti osservatori politici europei dell'epoca salutarono con entusiasmo un così grande avvenimento: finalmente, con quindici secoli di ritardo, nasceva l'Italia. Gli stessi guardarono con favore alla nascita di uno Stato così grande per territorio e popolazione, perché poteva dare stabilità nel meridione d’Europa dove Francia e Austria se ne contendevano il controllo e, nello stesso tempo, estendendosi nel Mediterraneo, assumere un ruolo di equilibrio su un mare così vasto dove Francia e Gran Bretagna si contendevano le rotte commerciali. La proclamazione avvenne nel parlamento di Torino, che aveva la sua sede in Palazzo Carignano, le cui elezioni si erano tenute nel gennaio del 1861 in tutte quelle regioni che, a seguito degli eventi accaduti l'anno precedente, avevano votato per l'annessione al Regno di Sardegna.

La figura di Cavour

Il grande artefice dell’unificazione italiana fu Camillo Benso conte di Cavour che divenne il primo capo di governo del nuovo Stato come allo stesso modo Vittorio Emanuele II ne divenne il primo re. E per sottolineare come fosse nato davvero un nuovo Stato c’è da osservare la provenienza geografica di alcuni ministri: al dicastero della Giustizia c'era il piemontese Cassinis, al Ministero della Pubblica Istruzione rivestiva l'incarico il napoletano De Sanctis, al Ministero dell'Agricoltura il siciliano Natoli, ai Lavori Pubblici il fiorentino Peruzzi, alle Finanze il livornese Bastogi, al Ministero della Guerra l'emiliano Fanti. Purtroppo, circa un paio di mesi dopo, venne a mancare a questa squadra di governo e all’intera Italia, proprio Cavour, che morirà per sopravvenuta malattia.

Proprio nel momento in cui il nuovo regno ne aveva maggior bisogno, perse il suo principale protagonista.

Lo Statuto Albertino

Nonostante la scomparsa del grande statista, restavano solide le fondamenta del nuovo Stato che consistevano soprattutto nello Statuto Albertino, la costituzione concessa già nel Regno di Sardegna da Carlo Alberto nel 1848, che faceva del Regno d'Italia un paese liberale avviato verso la modernità.

L'unificazione dell'Italia proseguì negli anni successivi con la terza guerra d'indipendenza del 1866 che portò alla liberazione del Veneto dal dominio austriaco, la conquista nel 1870 di Roma Capitale col passaggio dei Bersaglieri attraverso la breccia di Porta Pia e infine la liberazione di Trento, Trieste e dell' Istria con la vittoria conseguita nel 1918 nella prima guerra mondiale contro l'Impero Austro-Ungarico. Purtroppo ci rammarica che tanti italiani ignorino il sangue sacrificato dagli italiani di ieri per questa Italia unita da 156 anni.