Dopo i grandi successi de "Il mercante di libri maledetti", "l'isola dei monaci senza nome" e la trilogia "Millenarium Saga" con l'abbazia dei cento peccati", torna oggi nelle librerie, con il suo ultimo romanzo, lo scrittore italiano Marcello Simoni. Si chiama "il monastero delle ombre perdute" il nuovissimo thriller ambientato nella Roma del 600 che vede di nuovo il frate inquisitore Svampa, dal cervello sopraffino, investigare nei meandri della città.

Il racconto inizia con la fuga amorosa di una ragazza, una cantante lirica appena 15enne, Eleonora Baroni, che, per giocare con uno spasimante si perde nelle catacombe romane. In uno dei sotterranei rinviene un cadavere e con sua enorme sorpresa intravede anche l'assassino, una stranissima donna demoniaca, dalla forma mezza umana e mezza caprina. Le indagini coinvolgono di nuovo il famoso inquisitore-investigatore Girolamo Svampa, frate dominicano conosciuto per la prima volta ne "il marchio dell'inquisitore".

Un frate quasi moderno

Il ritorno dell'inquisitore Svampa dipinge ancora una volta i contrasti di una Roma ammantata di mistero e con una punta di soprannaturale.

Sovraumano a cui però lo Svampa non crede, dal momento che l'origine del male, secondo lui, è da cercare nella cattiveria umana. Un modus operandi quasi moderno, che si avvale della collaborazione del fedele padre Francesco Capiferro, segretario della Congregazione dell'Indice. Questa volta l'assassino si nasconde tra la nobiltà ed il clero romano e lascia indizi atti a confondere le idee e ad indirizzarle verso il diabolico ed il demoniaco. Lo Svampa sarà messo a dura prova dagli intrighi e dalla presenza di una donna, parte attiva del racconto sin dall'inizio, la bella Margherita Basile, che, attratta da lui, farà vacillare i suoi saldi principi.

Il puntum diabolicum

Simoni ha voluto introdurre un metodo di ricerca per le indagini che somiglia a quello moderno, in un'epoca, il 1600, priva di alcuna tecnologia.

Svampa cerca di eliminare con la ragione e la logica tutte le tracce che lo condurrebbero a credere che l'omicidio sia opera del maligno. Descrive la ricerca del "punctum diabolicum" ovvero un punto nel corpo che testimonia il contatto con il demonio: dove il demonio ha sfiorato un corpo rimane una traccia visibile, ad esempio un punto che non può essere trafitto. In questo modo il demonio rendeva un uomo suo servo o lo uccideva; lo Svampa non crede però ai segni soprannaturali e scoprirà chi in realtà ha simulato il punctum per depistarlo.