Domenica si è conclusa la mostra alla fondazione Pirelli HangarBicocca a Milano, dedicata a Lucio Fontana. L'esposizione "Ambienti / Environments" riuniva le opere più sperimentali dell'artista realizzate tra il 1949 e il 1968, che riflettono i temi ricorrenti della ricerca ambientale.

Chi è Lucio Fontana

Lucio Fontana, conosciuto come l'autore dei tagli, è stato uno degli artisti internazionali più rilevanti nel XX secolo che nel 1947 fondò il movimento spaziale o Spazialismo. Le sue opere hanno influenzato profondamente generazioni di artisti ed ancora oggi sono un importante punto di riferimento per i suoi aspetti unici.

Fontana, ispirato dalle varie scoperte scientifiche dell'epoca, ha trasposto nelle sue opere il fascino del cosmo, investigando i concetti di materia, spazio, luce, vuoto. Per raggiungere questo risultato utilizzò diversi materiali come ceramica, gesso, cemento e vernice, ma soprattutto sperimentò l'effetto del neon, della luce di Wood e della pittura fluorescente.

Dal 1930 realizza opere attraverso i canoni del movimento da lui fondato, lo spazialismo; queste opere vennero concepite all'interno di architetture esistenti e in collaborazione con i maggiori architetti italiani dell'epoca. E nel 1949, grazie a questi esperimenti con l'architettura, crea una delle sue opere più innovative e radicali: Ambiente spaziale a luce nera.

Dal 1949 comincia a sviluppare una serie di opere dal titolo Ambiente spaziale, attraverso i quali l'artista sperimentava il concetto di vuoto e di luce, come mezzi per generare spazio.

La mostra

Il percorso espositivo, nato dopo una lunga e approfondita ricerca attraverso i materiali degli archivi della Fondazione Lucio Fontana, univa due interventi ambientali e nove Ambienti spaziali, disposti lungo la navata di Pirelli HangarBicocca in ordine cronologico dal 1949 al 1968.

In questi lavori l'artista unì pittura, scultura e architettura con l'intento di superare la concezione statica dei materiali, creando uno spazio percorribile e, in un certo senso, interattivo per il visitatore, il quale diventava parte dell'Arte.

Gli Ambienti spaziali riflettevano i seguenti temi ricorrenti: sfalsamento percettivo fisico e visivo dello spazio, riduzione dei colori alla monocromia, centralità della luce al neon o di Wood, costruzione di corridoi e spazi labirintici.

Ciascuna opera era presentata all'interno di stanze, appositamente ricostruite in base alle misure originarie.

Ai due estremi del percorso espositivo erano stati installati Struttura al neon per la IX Triennale di Milano del 1951 e Fonti di energia, soffitto al neon per "Italia 61", a Torino del 1961, caratterizzati dall'utilizzo di soli tubi fluorescenti al neon, i cui effetti ottici davano vita a elementi scultorei luminosi in stretto dialogo con lo spazio circostante.

Le opere

Le opere esposte erano:

  • Struttura al neon per la IX Triennale di Milano, 1951
  • Ambiente spaziale a luce nera, 1948-1949
  • Ambiente spaziale: "Utopie", nella XIII Triennale di Milano, 1964
  • Ambiente spaziale, 1966
  • Ambiente spaziale, 1967
  • Ambiente spaziale con neon, 1967
  • Ambiente spaziale a luce rossa, 1967
  • Ambiente spaziale in Documento 4, a Kassel, 1968
  • Fonti di energia, soffitto al neon per "Italia 61", a Torino, 1961