Fino ad un anno fa Harvey Weinstein era il re di Cannes. Ogni primavera sbarcava al Festival per promuovere i film da lui prodotti, organizzava anteprime per i giornalisti, accompagnava le star in concorso e partecipava ai più importanti eventi mondani sulla Croisette. Ma in questa edizione tutto è cambiato: da quando, lo scorso autunno, è scoppiato lo scandalo delle molestie sessuali, con decine di donne che hanno accusato il tycoon di abusi e violenze, il mondo del Cinema ha voltato le spalle a quello che fino a pochi mesi prima era uno degli uomini più potenti del settore.

Infatti anche la rassegna cinematografica, pur tra qualche imbarazzo, non poteva ignorare la rivoluzione in atto nel mondo dello spettacolo, in seguito alla nascita del movimento #MeToo.

Una serata trionfale per l’Italia

E se l’immagine delle donne di cinema che marciano insieme sul red carpet in occasione della prima del film 'Les filles du soleil' di Eva Husson è già entrata nella storia, ci ha pensato Asia Argento a dare un ulteriore scossone al Festival, mettendone a nudo ipocrisie e scheletri nell’armadio. Il suo intervento durante la serata finale è esploso con una bomba, facendo parlare la stampa di tutto il mondo, al termine di una serata già molto italiana.

Un discorso che ha rischiato di oscurare il premio per la sceneggiatura ad Alice Rohrwacher per 'Lazzaro Felice' (ex aequo con 'Three faces' dell’iraniano Jafar Panahi), consegnato da Chiara Mastroianni, e quello all’interpretazione di Marcello Fonte in 'Dogman' di Matteo Garrone, ricevuto per una strana coincidenza del destino proprio da Roberto Benigni, che 12 anni fa aveva rifiutato l’offerta del regista per quel ruolo così complesso.

L’atto di accusa di Asia

Ma alla fine è stata Asia Argento ad attirare su di sé tutte le attenzioni. L’attrice italiana, che si era presentata sorridente e col pugno chiuso sul red carpet, prima di consegnare il trofeo a Samal Yeslyamova, per la sua interpretazione in 'Ayka' di Sergei Dvortsevoy, ha scioccato i presenti con un duro atto di accusa.

Nel suo discorso ha ricordato di essere stata stuprata proprio a Cannes da Harvey Weinstein nel 1997: 'Avevo solo 21 anni, questa rassegna era il suo territorio di caccia – ha esordito – prevedo che lui non sarà più il benvenuto qui, vivrà in disgrazia, escluso da quella comunità che per tanto tempo lo ha accolto e ha nascosto i suoi crimini'. La Argento a questo punto ha lanciato l’affondo ai presenti: 'Anche stasera, seduti tra di voi ci sono alcuni dei responsabili di certi comportamenti contro le donne non più accettabili nel nostro settore; voi lo sapete bene, ma ora lo sappiamo anche noi e non vi permetteremo più di farla franca'. Il silenzio tombale con cui tutti hanno ascoltato queste parole si è sciolto solo dopo qualche secondo, quando è partito un applauso caloroso.