Cresce l’attesa per il ritorno dei The Cure nel nostro paese: la data è quella del 16 giugno all’Ippodromo del Visarno, Firenze: i biglietti del pit sotto il palco sono andati bruciati in un battibaleno così come quelli della VIP experience mentre per il settore esterno, che si prevede stracolmo, ci sono ancora tagliandi in vendita a 64€. Una cifra ben spesa per chi non ha mai visto dal vivo la band di Robert Smith ma anche per chi ha avuto la fortuna di vivere questa esperienza fin dal lontanissimo tour di “Disintegration” che proprio in questi giorni festeggia il suo trentesimo anniversario di vita.
La lunga cavalcata di un tour interminabile
La data di Firenze sarà anche l’unica in Italia di un tour che è infinito e che tocca tutti e cinque i continenti. Il culmine si toccherà probabilmente a Glastonbury, festival rock di grande tradizione e richiamo in Inghilterra che vedrà The Cure chiudere dal palco principale domenica 30 giugno: la serata è sold out da settimane. I biglietti al secondary ticket sono offerti a peso d’oro: anche perché gli organizzatori, in una bizzarra contaminazione, hanno abbinato allo storico gruppo dark stelle del pop come Miley Cyrus e Kylie Minogue. La band poi si sposterà in Serbia, Danimarca, Norvegia, Spagna, Grecia, Russia, Romania, Repubblica Ceca, Svizzera, Francia, Giappone, e Stati Uniti per suonare nel mitico contesto dell’Austin City Limits e chiudere il cerchio che li ha visti indotti poche settimane fa nella Rock ‘n’ Roll Hall of Fame da un’accorata introduzione di Trent Reznor dei Nine Inch Nails.
Il concerto del tour di 'Disintegration' live su You Tube, un successo mondiale
In queste ultime ore il gruppo ha tenuto una serie di splendidi concerti alla Sydney Opera House, completamente sold out per cinque serate che hanno concluso il tour downunder prima del rientro in Europa. Uno degli show è stato ripreso integralmente e offerto al pubblico di You Tube: decine di migliaia gli spettatori connessi da ogni latitudine, centinaia di migliaia i download almeno fino a ora che lo show è ancora disponibile. Gruppo in condizioni straordinarie: su un palco imponente dove a dominare sono le abbaglianti luci bianche e le strutture di scenografia antracite la band ha offerto un concerto semplicemente perfetto.
Alcune canzoni per introdurre “Disintegration”, eseguito dall’inizio alla fine come sul vinile e arricchito da alcune B-Side che la band non suonava da anni come “Homesick” e “Untitled”. Durante la deliziosa “Pictures of You” il pubblico ha interrotto l’esecuzione del brano con una fragorosa ovazione. Non è sfuggito un cenno di Robert Smith, un bacio, inviato verso le quinte dove lo guardava la moglie Mary: i due stanno assieme da quando erano ragazzi e sono inseparabili. “Pictures of you” fu scritta da Smith durante la realizzazione dell’album quando la sua casa di Notting Hill andò a fuoco e l’unica cosa che recuperò dalla cenere furono alcune foto della adorata moglie. Sul palco alcuni strumenti sono avviluppati dentro una rete che poi diventa ragnatela, un altro dei simboli che Smith ama e cui spesso ha fatto riferimento nei suoi album e video.
Dopo due ore e mezza sul pubblico piove una straordinaria versione di “Pirate Ships”, l’unica canzone non scritta da Smith, una cover di Wendy Waldman.
The Cure e l’Italia, un rapporto storico e antico
The Cure mancano dall’Italia da tre anni: tennero tre show fantastici nel 2016 durante il ponte del primo novembre a Milano, poi Roma e Bologna. Sold Out in tutte le date. In precedenza ci furono l’Heineken Jammin’ Festival nel 2012, il Teatro Greco di Taormina, poche date sparse qua e là dopo l’Heineken del 2004 quando suonarono dopo un cartellone da paura con Pixies, PJ Harvey e Ben Harper. Arrivavano da un periodo non brillantissimo e Smith aveva avuto anche qualche problema di salute. Il concerto era stato bello ma non il migliore del loro repertorio, anche se la sola esecuzione di “A Forest” (eseguita pochissimo in questo tour) bastava ad accontentare qualsiasi fan.
Ma quello che Robert Smith sta vivendo, è un momento davvero straordinario a dispetto dei suoi 60 anni: da tre anni ormai gira il mondo con l’entusiasmo di un ragazzino proponendo i suoi vecchi album, ancora estremamente attuali con una visione nichilista, buia e purtroppo estremamente pertinente del mondo e della vita, offrendo sprazzi di ironia velenosa e la classe di un grande songwriter. Nel 1989 per la presentazione di “Disintegration” tennero sette concerti in sette giorni in Italia: Bari, Cava dei Tirreni, Roma, Prato, Cittadella, Milano e Torino. Non una scaletta uguale all’altra: finale affidato alla tetra “Faith” e a “Boys Don’t Cry”: un’ora e 45 di musica. Quello che proporranno a Firenze non è dato saperlo: Smith, personalmente, cambia ogni scaletta a volte anche pochi minuti prima di salire sul palco.