Il coronavirus impatta contro il sogno americano e trasforma la magia Disney in un vero e proprio incubo per circa duecento italiani in Florida. Dal 19 aprile, infatti, Disney World "taglia" quarantatremila posti di lavoro a causa delle ingenti perdite dovute all'emergenza, una debacle economica per la Walt Disney & Co. senza precedenti.
I celebri parchi a tema sparsi in tutto il mondo, più di 30, da Orlando in Florida a Shangai in Cina passando per Parigi in Francia, sono tutti chiusi da metà marzo a causa della pandemia da Coronavirus, pertanto l'azienda ha dovuto prendere provvedimenti molto drastici.
Degli oltre centomila dipendenti dei parchi che la Walt Disney & Co. ha in tutto il mondo sono 43mila quelli che hanno visto il loro contratto "congelato".
La Walt Disney & Co. assicura il reintegro a fine emergenza coronavirus
La Walt Disney & Co., in una nota ufficiale rilasciata alla stampa, rassicura che i 43mila dipendenti licenziati continueranno a ricevere l'assistenza sanitaria completa per un anno. L'azienda sosterrà tutti i costi per mantenere le garanzie inerenti la loro salute, inoltre i posti di lavoro saranno garantiti, come gli scatti di anzianità, ripristinando ogni cosa a emergenza coronavirus terminata.
Questa l'unica consolazione per i dipendenti che, con un programma specifico, arrivano da tutto il mondo per lavorare nei magici parchi a tema Disney e ora devono tornare a casa tra mille difficoltà. A Disney World, solo in 400 hanno il posto di lavoro mantenuto perché considerato "strettamente necessario".
Il coronavirus a Disney World non risparmia gli italiani che ora vivono un incubo
Sono circa 200 i ragazzi italiani che erano alle dipendenze del parco tematico Disney World ad Orlando e, come detto, rientrano nei 43mila licenziati dalla Walt disney & Co.
Provenienti da un po' tutte le regioni, avevano aderito al reclutamento organizzato dall'azienda per lavorare nel parco con il fine di una sempre maggiore rappresentatività internazionale del marchio ed il progetto ambizioso di scambio interculturale.
Ma quello che sembrava il ripetersi del "sogno americano" attraverso la magia Disney si sta tramutando in un incubo da coronavirus.
A raccontare il disagio che stanno vivendo sono proprio loro, i ragazzi bloccati in Florida che non sanno come uscire dall'incubo. Attraverso "L'Eco di Bergamo", la sommelier Greta Baggi racconta di come il parco tematico più grande e famoso al mondo si sia trasformato in poco tempo in una città fantasma prima e in una prigione adesso: "Dal 14 marzo i nostri contratti sono sospesi e ora ci è arrivata una lettera che ci comunica che per motivi di sicurezza dobbiamo tutti lasciare le case, i residence in affitto Disney, entro il 17 aprile e gli Stati Uniti entro il 18".
Al dramma si aggiunge la beffa perché non ci sono voli diretti da Orlando all'Italia e gli unici voli che attualmente si trovano di collegamento con gli Stati Uniti sono da New York, città blindata e maggiormente colpita dal coronavirus. Inoltre, i voli aerei sono schizzati alle stelle e, sempre come racconta Greta, il collegamento per Fiumicino da New York è arrivato anche a costare 4.700 euro.
Burocrazia e Coronavirus tengono in ostaggio gli italiani
Ad aggiungersi al problema riguardante a perdita del lavoro e il rientro difficoltoso a casa, c'è anche una questione non da poco, quella burocratica.
Sempre attraverso "L'Eco di Bergamo" Greta spiega che dei duecento italiani alcuni sono riusciti a rientrare, tuttavia per lei e per altri ragazzi il problema resta ed è aggravato dalla questione del visto rilasciato dagli Stati Uniti che, a partire dal 17 aprile, risulterà non più supportato da alcun datore di lavoro, di fatto rendendo i nostri connazionali presenze illegali sul suolo americano.
Anche Riccardo Gatti, impegnato nel settore ristorazione del parco, sempre attraverso il quotidiano lombardo, conferma l'esperienza raccontata dalla sommelier e la spasmodica ricerca del volo di rientro: "C'è Lufthansa, con scali a Toronto e Chicago, per Milano - Malpensa. Ma i siti ufficiali delle delle Ambasciate dicono di affidarsi solo a compagnie di bandiera per evitare che i voli vengano cancellati e di rimanere bloccati da qualche parte".
I ragazzi, comunque, si sono attivati con la Farnesina e stanno cercando di trovare una soluzione in tempi brevi, entro questa settimana dovrebbero ricevere risposte, per organizzare un volo di rientro direttamente da Orlando attraverso Alitalia anche perché raggiungere New York per loro sarebbe molto complicato, vista la "blindatura" della città per il coronavirus.