Cesare Cremonini ha invitato Vasco Rossi a scrivere una lettera sul significato della parola 'vivere'. Cremonini è stato nominato direttore artistico del numero di fine novembre del magazine Vanity Fair e ha deciso di intitolare il numero 'vivere', proprio come una delle canzoni più famose del rocker di Zocca. La risposta di Vasco non si è fatta attendere e ha iniziato la lettera con la frase "Io sono un supervissuto".

Vasco Rossi si confessa su Vanity Fair

Il cantautore di Bologna, Cesare Cremonini, ha subito pensato a Vasco Rossi quando ha deciso di intitolare l'ultimo numero del magazine Vanity Fair "vivere". Ha chiesto al cantautore di Zocca di riflettere sul significato di questa parola. Vasco ha raccontato il difficile periodo che il mondo della musica sta attraversando. Un panorama fermo ormai da troppi mesi, dove non ci si può abbracciare, assembrare, urlare a squarciagola. Per coloro che di mestiere fanno i cantautori e hanno bisogno di sentire l'affetto e l'energia del pubblico è una grossa privazione.

Vasco il 'Sopravvissuto': il racconto dei suoi anni 70, 80 e 90

Vasco si è definito un "Sopravvissuto" o un "Super Vissuto". Nella sua vita ha trascorso momenti belli e brutti, ma li ha superati tutti anche grazie al conforto della musica. Nella lettera su Vanity Fair ha ripercorso tutta la sua storia. Iniziando dalla sua infanzia, da quando era un ragazzino che viveva sull'appenino emiliano che cercava di sopravvivere alla noia. ''Vivendo a Zocca sapevo che da lì bisognava partire perché se sei in pensione ci stai benissimo, ma a 20 anni non c’è niente da fare'' ha spiegato Vasco. Poi la svolta con la nascita della prima radio libera italiana "Punto Radio", fondata con i suoi amici storici. E da lì è iniziata la scalata nel panorama nazionale della musica e non solo.

Negli anni 70 è riuscito a sopravvivere al periodo delle Brigate rosse, alla Lotta Continua e al Potere Operaio, ritenendosi un indiano metropolitano senza appoggiare alcun schieramento ideologico. Poi è stata la volta degli anni rivoluzionari, gli anni 80, quelli del bere e dell'edonismo. ''Sono sopravvissuto alla droga e agli eccessi di quegli anni. Ne ho combinate di ca...e, ma le ho anche pagate tutte''. Un periodo in cui è sopravvissuto facendo il rock, ma quello italiano. Ha dato vita a canzoni provocatorie, divenute poi inni generazionali come Siamo Solo Noi e Vado Al Massimo. Gli anni 90, quelli della consapevolezza e delle responsabilità di aver creato una famiglia, una decisione trasgressiva per una rockstar.

Progetto riuscito grazie alla sua compagna ''Sono riuscito a tenere in piedi quella famiglia! Grazie naturalmente alla Laura che ne è stata l’artefice e una compagna straordinaria''. Nel frattempo si realizzavano anche alcuni sogni, come quello degli stadi pieni e il primo concerto a San Siro.

Vasco Rossi e il nuovo secolo: dalla depressione alla rinascita con un nuovo disco

Degli anni Duemila Vasco ha ricordato la depressione, dopo aver visto morire tanti suoi amici attorno a lui. Gli anni dieci invece, lo hanno visto comporre canzoni come ''Eh già'', in vetta alla classifica tra le canzoni più rappresentative del nuovo millennio, ma anche combattere contro ''tre malattie mortali, nel 2011, quando sono andato in coma per 3 o 4 volte''.

Ma lui è riuscito a sopravvivere anche a quelle.

Ed ecco che siamo al 2020, a un'altra sfida da affrontare per Vasco: l'anno della Covid. Lui è certo di riuscire a sopravvivere anche a questa, sempre che ''non muoia di noia per il lockdown''. Ma dovrà riuscirci perché la sua carriera artistica non si è fermata per colpa di un virus: il 1° gennaio 2021 uscirà una sua nuova canzone (con un nuovo disco), e sarà una canzone d'amore.