La casa editrice I Quaderni del Bardo ha recentemente pubblicato il nuovo libro dello scrittore e ricercatore Mario Contino, studioso nell'ambito della fenomenologia paranormale e del folklore. L'autore porta all'attenzione del pubblico un volume dal titolo "La morte umanizzata: Shinigami e tristi mietitori - Miti e leggende sulla morte", che si propone di affrontare quei temi che son stati oggetto di studio di numerosi filosofi sin dall'antichità.

A lungo discipline quali la filosofia, le scienze teologiche, la psicologia e l'antropologia hanno cercato di rispondere a quelli che sono i più complessi quesiti della storia dell'uomo, il quale si è sempre interrogato su ciò che potremmo definire un "fatto sociale": la morte.

Il libro è uscito il 19 giugno scorso.

Il mistero della morte svelato attraverso il folklore

Lo scrittore Mario Contino, nella sua opera, evidenzia come - nonostante una "secolarizzazione" della società - l'uomo moderno, sempre più laico e razionale, resti fortemente ancorato e affascinato al mistero della fine e, accanto a una laicizzazione della concezione della morte, mostra la sopravvivenza di antiche credenze fortemente ancorate alla superstizione e alla tradizione.

Un mondo prezioso, quello del folklore e della tradizione, ove spesso vedono la luce delle verità che riescono a ritrarre un profilo autentico della storia dell'uomo e della società sin dalle sue origini.

L'opera: tra sociologia e antropologia

A impreziosire il saggio "La morte umanizzata" vi sono le considerazioni del prof. Cosimo Lamanna, e della dott.ssa Pierangela Carbonara, rispettivamente curatori della prefazione e postfazione, i quali hanno evidenziato, con due approcci scientifici differenti ma complementari, come la morte sia un tema "impegnativo" che sottintende sofferenza e dolore per la perdita.

L'opera si apre con un riferimento necessario all'evento della morte, già giuridicamente definita - ai sensi della legge del 29 dicembre 1993 - come la "cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell'encefalo".

Accanto alla descrizione di quel corpo freddo, rigido ed esanime, che connota la fine, si affianca il concetto di rinascita: tutto è destinato a terminare per, poi, nascere nuovamente in un ciclo infinito.

L'opera offre, dunque, un approccio di matrice sociologica e antropologica su quello che è, da sempre, ritenuto uno dei temi più affascinati, e dimostra come lo studio delle culture e delle tradizioni più arcaiche siano preziose al fine di comprendere la ragione secondo la quale la struttura sociale reagisce all'evento della morte attraverso una serie di mezzi simbolici, mitici, rituali e talora magici, condizionandone il rapporto dell'individuo e il misterioso evento