Nella sera di lunedì 3 settembre, all'angolo tra via Crispi e via Libertà, nell'omonimo quartiere della città di Bari, la trentunenne C.M. ha ferito il suo ex convivente con un colpo d'arma da fuoco.
L'uomo, trentacinquenne, era stato già segnalato dalla donna alle autorità locali, ma senza che esse prendessero seri provvedimenti per gli atti persecutori a danno di quest'ultima.
Poche ore prima, l'uomo si era presentato sotto casa della donna nel tentativo di avvicinarla pur essendo a conoscenza della sua mancata volontà di incontrarlo. Secondo le prime ricostruzioni, la donna - con una Calibro 9 illegalmente in suo possesso - ha esploso il colpo che ha ferito l'uomo ad un gluteo.
La vittima, durante chiamata d'emergenza al 112, ha rivelato l'identità della donna ai Carabinieri.
A seguito delle indagini preliminari, nella notte del 4 settembre, la donna si è consegnata alle autorità che hanno proseguito con il sequestro dell'arma non registrata e con l'esecuzione dello stato di fermo.
C.M. è attualmente accusata di lesioni personali aggravate e detenzione illegale di munizioni ed arma da fuoco, mentre l'uomo, aggredito nella strada del quartiere Libertà, ha riportato delle ferite di lieve entità.
La disciplina normativa
L'art. 612 bis del codice penale, introdotto dal Decreto Legislativo 23 febbraio 2009 n.11, meglio conosciuto come "Decreto Maroni", sancisce gli atti persecutori come "grave reato punibile con la pena di reclusione dai sei mesi ai quattro anni" ai quali potrebbero aggiungersi pene accessorie nel caso di recidiva o di stalking a danno di minore.
Questo grave atto persecutorio che - a differenza delle molestie - richiede una continuità nel tempo, induce spesso la vittima a cambiare le proprie abitudini ed incute ad essa un timore talmente grave per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto al punto da condurre il subente ad uno stato di malessere psicofisico.
Secondo le statistiche sono molte le donne a ritrovarsi, sempre più di frequente, ad essere vittime di spiacevoli episodi di questo calibro che ledono ed oltraggiano i diritti e le libertà costituzionalmente garantite condizionandone lo stesso libero arbitrio.
Un fenomeno dal quale difficilmente si riesce ad uscire "incolumi" e che, attualmente, si pone al centro degli studi della Criminologia che, come scienza eziologica - oltre a studiarne le cause - promuove attenti piani di prevenzione diretti ad annientare o, quantomeno, contenere il reato di stalking che conta numerose vittime in tutto il mondo.