Famĭlia è un saggio breve irriverente di Daniela Montanari sull’appartenenza, con la prefazione di Dario Levantino. Il libro è stato pubblicato il 21 marzo 2023 dalla casa editrice Phasar Edizioni.
La similitudine degli scacchi
La prefazione di Dario Levantino è esaustiva e dettagliata, essa fornisce una visione unitaria su ciò che il lettore si troverà dinanzi durante tutta la lettura.
La sua visione è acuta e precisa, con una metafora specifica che accompagna il lettore durante tutto l’arco narrativo. Egli, insieme all’autrice Daniela Montanari, racconta la similitudine degli scacchi con la vita. Ed ecco che il re, la regina, i pedoni, divengono persone con personalità pronte a essere conosciute, intraviste e soppesate. Essi diventano situazioni di vita quotidiana che, servendosi di altri nomi, certamente di fantasia, raccontano vicende che ognuno è abituato a vivere, vedere o sentire anche solo di sfuggita.
L’autrice, sfruttando le figure di un mazzo da poker, diventa portavoce di un concetto fondamentale: un racconto allegorico che riflette le dinamiche familiari e soprattutto sulle disparità che affliggono ogni giorno il nuclei familiari.
Esse, racconta l’autrice, non sono né giuste né semplici, tuttavia si sono storicizzate, diventando cattivissime consuetudini dei tempi moderni.
La riflessione, quindi, si veste di rapidità e ha come obiettivo principale, quello di mettere in discussione concetti ed eventi della vita quotidiana, in un gioco dove la semantica, dove le parole, perdono il loro significato principale, diventando simbolo di qualcosa di più grande. Il testo tuttavia non promette soluzioni e spiegazioni semplici a problemi tediosi della società, ma propone una serie di spunti riflessivi, che insieme all’azione, possono diventare un ottimo deterrente contro i brutti cliché sociali.
Famĭlia: appartenenza
Il libro di Montanari, offre, quindi una serie di spunti, partendo dalle figure di un mazzo di carte.
Essa divide le famiglie per “seme” e questo permette al lettore di carpire le differenze e i posti sociali, di quelli che riga dopo riga diventano il simbolo di migliaia di persone.
Sul concetto di famiglia l’autrice fa un’analisi della sua etimologia, raccontando altresì in maniera maggiormente accorata e meno tecnica, un concetto che racconta un fatto semplice: in famiglia si può stare bene e si può stare male, si può essere dipendenti, solitari, vittime, carnefici, e soprattutto provare quel sentimento che accomuna moltissime famiglie, ovvero “l’appartenenza” a un gruppo che condivide gli stessi ideali e le stesse paure. Una cerchia che sembra, per l’autrice, custodire lo stesso profumo, avere la stessa consistenza, condividere fragranza e punti deboli, in un concetto millenario che ha alla sua base molteplici funzioni e significati.
L’appartenere a qualcosa diventa per l’autrice quindi un fatto essenziale, che non prescinde e che accompagna l’essere umano da quando è in fasce fino alla morte.
Sono diverse le famiglie raccontate dall’autrice: quelle di fiori, di picche, di quadri e di cuori. Una serie di figure che mescolandosi insieme, raccontano storie inedite di esperienze umane che rasentano l’unicità seppur vissute nel loro semplice scorrere.