Come se non bastasse, dopo i probabili rimborsi che il Governo di Matteo Renzi deve ai pensionati vittime del congelamento delle pensioni voluto dalla Legge Fornero già deciso dalla Corte Costituzionale, un'altra patata bollente sta per finire tra le mani del Premier. Infatti per il 26 maggio, la Corte Costituzionale sta per decidere se l'aggio di riscossione presente sulle cartelle Equitalia che milioni di contribuenti ricevono o che hanno ricevuto, sia legittimo o meno.
L'aggio di riscossione, non è altro che il costo del servizio che offre Equitalia nel momento in cui inizia a chiedere soldi al cittadino per conto di altri Enti. In parole povere, ai cittadini che ricevono la cartella, oltre all'imposta non pagata o alla multa non pagata, nella cartella stessa vengono caricati oltre che le more per ritardato pagamento, gli interessi e le spese di notifica, anche il costo del servizio che Equitalia reca agli altri Enti.
In pratica è il cittadino che paga lo "stipendio" agli esattori così come si paga l'intervento dell'idraulico che ci viene a sturare un lavandino.
La Consulta sta per decidere quindi se questa ulteriore spesa è costituzionale o no, se è giusto caricarla ai contribuenti. Infatti questa somma inserita in cartella non va a finire nelle casse dell'erario pubblico, ma finisce nelle tasche dell'Ente di riscossione. La Corte Costituzionale sta valutando non il servizio in quanto tale perché essendo un lavoro come tutti gli altri, Equitalia ha il diritto di venire ricompensata, ma a chi toccherebbe il pagamento del servizio stesso.
Infatti il vero beneficiario del servizio di riscossione non è il cittadino ma l'Ente Pubblico che grazie ad Equitalia incassa i soldi. L'Ente di riscossione non viene assunto dal cittadino ma dallo Stato che se ne dovrebbe accollare le spese.
Il servizio non dovrebbe essere pagato dal cittadino ed è per questo che nel caso in cui la Consulta dichiarasse incostituzionale questo aggio, lo Stato si troverebbe a dover restituire i soldi a tutti i cittadini che in passato si sono accollati l'onere di quest'altra spesa. L'importo del costo della riscossione poi, non è una voce di poco conto della cartella. Basti pensare che Equitalia chiede il 4,5% dell'importo della cartella se il pagamento avviene nei fatidici 60 giorni e sale addirittura all' 8% se la cartella è pagata oltre i due mesi. L'aggio cresce inoltre con il crescere della cartella, sul cittadino grava una tassa in più, basti pensare che su 5.000 euro di cartella, Equitalia ne vuole 225 solo per aver mandato la raccomandata a casa del contribuente. Immaginando quindi l'effetto retroattivo della eventuale sentenza della Consulta, per il Governo ci sarebbero altri miliardi di euro da trovare per rimborsare i cittadini.