Tsipras ha detto no alla Trojka, mesi e mesi di trattative non hanno portato a nulla e la settimana che conduce al referendum greco è iniziata nel peggiore dei modi. Banche e borsa chiuse in Grecia, si registrano sui mercati finanziari forti perdite, male le borse asiatiche, l'indice Euro Stoxx 50 segna il peggior calo giornaliero dal 2011.

Tutto ciò nonostante la Banca Centrale Europea abbia affermato di voler continuare a garantire liquidità alle banche greche e il Fondo Monetario Internazionale sembri orientato a non dichiarare il default ellenico già il primo luglio.

Il leader greco ha compiuto la sola e unica mossa che aveva a disposizione, ha indetto un referendum per salvare la faccia nei confronti dell'opinione pubblica interna e così facendo ha messo in forte imbarazzo Bruxelles che ora si barcamena tra nuovi negoziati e lo studio del piano "B" per far fronte all'inevitabile crisi finanziaria che deriverebbe dal default greco.

La partita che si sta giocando non è solo economica, ma anche e soprattutto politica, sono in discussione autorità ed autorevolezza dell'Unione Europea, la stabilità del Paese ellenico e gli equilibri geopolitici europei con la Russia di Putin alla finestra e gli Stati Uniti di Obama che premono per una soluzione del problema in tempi rapidi.

Quali saranno le misure che l'Unione Europea adotterà nei confronti della Grecia? E cosa accadrà se altri Paesi europei cantassero "il canto della rivolta" intonato per la prima volta da Tsipras?

Dall'esito del referendum greco si possono immaginare due scenari

Qualora prevalesse il "no" ci troveremmo di fronte ad una crisi finanziaria e politica di proporzioni non ancora quantificabili che metterebbe a rischio la sopravvivenza della moneta unica, qualora vincesse il "si" i tempi sarebbero veramente stretti per andare a nuove elezioni in Grecia e si aprirebbe la possibilità della costituzione di un Governo di Unità Nazionale che dovrebbe sottoscrivere gli accordi con Bruxelles.

Quello che è certo è che la settimana che si chiuderà con il referendum in Grecia sarà la più difficile dalla nascita della moneta unica.