Approvato alla Camera il Decreto Enti Locali che completa la Riforma della Pubblica Amministrazione del governo Renzi: previsti tagli alla Sanità pubblica per 2.35 miliardi di euro, novità su prestazioni sanitarie, visite specialistiche e esami in ambulatorio, competenze dei medici di base, gestione dei fondi e dei contratti da parte degli enti e delle aziende sanitarie. Tra gli obiettivi del governo la riduzione degli sprechi nella sanità, sia per razionalizzare le risorse che per ridurre il debito pubblico dell'Italia (questo quanto dichiarato ufficialmente dal premier Matteo Renzi e dal Ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin), poi ognuno faccia le sue valutazioni).
Decreto Enti Locali, novità esami e visite mediche, spesa farmaci e ospedali
Sinteticamente diamo conto dei cambiamenti in arrivo:
- ridotti i fondi per la sanità, le Regioni dovranno trovare nuovi metodi per reperire parte delle risorse: rinegoziare i contratti di fornitura coi fornitori privati per giungere ad accordi pià convenienti, tagliare le risorse per il personale sanitario riducendo rimborsi e straordinari a medici e infermieri
- meno spesa pubblica per esami ambulatoriali, visite specialistiche: i medici dovranno segnalare i casi di necessità e urgenza, in caso di esami non necessari (ritenuti poi non necessari) possono scattare provvedimenti disciplinari e sanzioni economiche
- ridurre del 15% gli esami diagnostici e quindi questa voce di spesa per lo Stato: potrebbe essere che i cittadini dovranno pagarsi gli esami non necessari, che si ridurrano le possibilità di ricoveri e degenze (con ricadute per le strutture pubbliche e private con tagli ai rimborsi in caso di ricoveri ingiustificati)
Tagli alla sanità: riduzione degli sprechi o sforbiciata al welfare?
Il totale dei tagli alla spesa pubblica per la sanità, contenuti nel Decreto Enti Locali che ormai è quasi legge avendo ricevuto l'ok della Camera -384 sì, 185 no- dopo quello del Senato a fine luglio (manca solo la firma di Mattarella e la pubblicazione in GU), sono per un totale di 2.35 miliardi, a carico principalmente delle Regioni (già settimane fa la Conferenza Permanente Stato-Regioni si era espressa favorevolmente): si va dai 385 milioni in meno per la Lombardia ai soli 500mila euro in meno per la Campania.
Cosa ne deduciamo quindi? Che in Campania spendono meglio? Oppure che hanno più bisogno di fondi per la salute pubblica? A voi i commenti...
L'Italia spende 140 miliardi l'anno per la sanità, di cui 110 soldi pubblici e gli altri privati, per un totale del 9% del PIL. Troppi? Troppo pochi? Gestiti male? In Francia spendono l'11.6%, in Germania l'11.3%, gli Stati Uniti il 17.7% (tutti paesi con un PIL più elevato del nostro): sono dei fessi spreconi oppure li spendono meglio e tutelano di più la salute della popolazione tramite i servizi pubblici?
Domande che in Italia ci poniamo da decenni e a cui rispondiamo sempre e solo con tagli lineari. Speriamo che questa volta siano davvero una “razionalizzazione della spesa pubblica”.