Dopo le elezioni del 4 marzo si continua a parlare di possibili coalizioni di governo e nelle discussioni sui programmi è fondamentale quella sulla riforma Pensioni che in pratica tutti i partiti, PD escluso, dicono di voler attuare. Modificare profondamente se non addirittura cancellare la Legge Fornero è la parola d'ordine, per quel che riguarda le politiche previdenziali, sia della coalizione di centrodestra, in particolare della Lega di Matteo Salvini che è il partito più forte dello schieramento, che del Movimento 5 Stelle, dunque è lecito ipotizzare che in un prossimo futuro possano essere introdotte la Quota 41 e la Quota 100 per modificare i requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia e alla pensione anticipata, di fatto quasi eliminando queste due opzioni per crearne di unificate in base agli anni di contributi accumulati, eventualmente in relazione con l'età anagrafica.

Considerato che per qualsiasi maggioranza di governo possa uscire dai risultati elettorali almeno uno tra Lega e M5S sarà dentro, ecco che la questione della riforma pensioni e dell'annessa tenuta dei conti pubblici si fa pregnante, visto che proprio la Legge Fornero ha contribuito alla loro stabilità negli ultimi anni: come rileva la Commissione Europea già le varie modifiche implementate dai governi Renzi e Gentiloni, a guida PD, hanno aumentato la spesa previdenziale a medio-lungo termine, quindi radicali cambiamenti potrebbero creare gravi problemi finanziari. Vediamo dunque le ultime news sulla riforma pensioni aggiornate al 9 marzo 2018, alla luce di quanto dichiarato dai contabili dell'UE e delle ipotesi di alleanze di governo.

Riforma pensioni 2018: quale e con quale governo?

Proprio oggi 9 marzo Matteo Salvini ha dichiarato che "Senza un nuovo governo si torna a votare? Una cosa alla volta. Sicuramente non si fanno pastrocchi", dunque per il leader della Lega ritiene che il centrodestra debba avere l'incarico di governo: c'è da chiedersi allora come possa raggiungere la maggioranza visto che è fermo al 37% dei seggi circa, ma è chiaro che chi volesse appoggiare un governo a guida cdx dovrebbe dare il bene placito ad una riforma pensioni che modifichi radicalmente la Legge Fornero, introducendo la Quota 40 o 41 per tutti e la Quota 100 volute da Salvini o qualcosa di simile, e l'aumento delle pensioni minime voluto da Berlusconi.

Salvini inoltre ha dichiarato che "Leggo che Bruxelles vuole nuove tasse, noi presenteremo una manovra alternativa fondata sul contrario: meno tasse", facendo intendere che non si cura molto dei rilievi di Bruxelles sui conti pubblici in quanto è convinto che con la flat tax e la pace fiscale dovrebbe addirittura migliorare l'introito fiscale.

Lecito dunque pensare che la stessa verve venga posta sulle pensioni.

Altrettanto lecito è ritenere che una verve ancora maggiore sulla riforma pensioni ci sarebbe in caso di un governo nel quale confluissero M5s e Lega, visto che pure il partito di Di Maio, vero vincitore di questa tornata elettorale e che a quanto pare, per lo meno in questi primi giorni post-voto, sarà quello dal quale nessuna maggioranza di governo potrà prescindere (a meno di un clamoroso accordo PD-centrodestra, per un governo effettivo o per uno di scopo di breve durata), ritiene che si debba intervenire sulla Legge Fornero e sul sistema pensionistico in generale. Apparso comunque più moderato per quel che riguarda la Legge Fornero, che ritiene vada "superata" nel giro di 5 anni, Di Maio converge come Salvini sul dover modificare i criteri per il raggiungimento della pensione optando per i sistemi delle quote, in particolare durante la campagna elettorale ha sempre parlato di Quota 41 per tutti.

Allarme conti pubblici italiani dalla Commissione Europea: pensioni elemento chiave, Legge Fornero intoccabile

Fatto sta che ogni governo che si formerà, se di governo stabile si trattasse (in caso di governo di larghe intese e transizione per tornare a votare nella seconda parte dell'anno la questione di una riforma pensioni difficilmente verrebbe affrontata), avrà una bella patata bollente tra le mani perchè l'UE si dice preoccupata per la tenuta dei conti pubblici italiani, tenuta che sarebbe ancora più a rischio con così radicali cambiamenti come quelli su ipotizzati.

La Commissione Europea nel suo report semestrale sull'economia e la finanza dell'Unione richiama l'Italia, insieme a Cipro e Croazia, per i gravi squilibri macroeconomici, sottolineando per il nostro paese che la Legge Fornero è fondamentale per la tenuta dei conti pubblici, anzi proprio "intoccabile".

Nel rapporto è anche spiegato come le varie correzioni attuate negli ultimi due anni dai governi a guida Partito Democratico abbiano parzialmente ridotto i benefici contabili che la Legge Fornero ha garantito, aumentando la spesa previdenziale nel medio periodo e deteriorando la tenuta finanziaria di lungo periodo per l'Italia. Il report della Commissione afferma che la spesa previdenziale italiana è la seconda più alta in Europa dopo quella greca, con un rapporto col Pil aumentato del 2%. Ovviamente il problema del debito pubblico, collegato fortemente alla spesa per le pensioni. è considerato molto grave.