La polemica di due sere fa - che era nata in seguito alle dure parole del premier italiano Matteo Renzi rivolte ai paesi dell'Est sul rifiuto posto dalla redistribuzione dei profughi -, è continuata ieri mattina con la risposta dell'Ungheria, che ha definito le parole di Renzi come un vero e proprio "ricatto politico".
Tra i paesi accusati dal Presidente del Consiglio italiano anche Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, il cosiddetto gruppo di Visegrad, tutt'oggi restio a a cedere alla volontà dell'Europa, che vorrebbe ottenere la collaborazione degli Stati Membri per il ricollocamento dei profughi, secondo quote precise decise Stato per Stato.
Su questo punto è tornato anche il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, che sul suo account Twitter ha criticato senza mezzi termini l'operato di Matteo Renzi che, parole di Salvini, "minaccia Austria e Ungheria perché non vogliono altri immigrati. Loro difendono i propri cittadini, Renzi no". "È un pericolo per il futuro dei nostri figli", avrebbe poi aggiunto Salvini su Facebook.