Alla fine è arrivata al Ministero dell'Economia, la lettera che si aspettava da parte della Commissione Europea, contenente il giudizio relativo alla nostra politica economica. In sintesi, le richieste di base sono sempre le stesse: la Commissione della Ue vuole impegni credibili, pur concedendoci uno sconto. Tra l'altro, fino ad oggi il nostro Paese non ha mai usufruito di alcuno sconto, e questa novità sarebbe stata particolarmente sottolineata nella comunicazione inviata al ministro Padoan.

Ci vengono quindi concessi 14 miliardi di flessibilità, in cambio, però, di impegni precisi non rinviabili sul rispetto degli  obiettivi prefissati per il bilancio 2017.

Flessibilità e scelte da fare per l'Italia

La missiva porta la firma di Valdis Dombrovskis e di Pierre Moscovici, e mette sul tavolo un pacchetto flessibilità da circa 0,85 punti di Pil. In cambio, i tecnici di Bruxelles chiedono al nostro paese, e quindi al premier Renzi, di blindare le famose clausole di salvaguardia del 2017. Tradotto per i cittadini significa o l'aumento dell'Iva da tempo vociferato, o in alternativa spiegare (e non crediamo solo a parole ai tecno-burocrati Europei) come si vorrebbe bilanciare e far quadrare i conti.

I patti, quindi, devono essere chiari: massima disponibilità dall'Unione Europea, ma solo se i piani saranno credibili per una reale e concreta correzione del debito. Altro punto fondamentale per Bruxelles è che lo sconto concesso dovrà poi essere utilizzato realmente per gli investimenti, in modo da vedere concretamente i progressi nella realizzazione delle riforme.

Impegno italiano

Padoan ha appreso la notizia con soddisfazione, segno che la strada intrapresa dal governo è quella giusta. L'impegno c'è e la risposta europea è gratificante, segno che c'è un riconoscimento per il lavoro fin qui svolto. Vedremo ora gli sviluppi nelle prossime ore: saranno cruciali le ulteriori comunicazioni tra la commissione Ue e il nostro ministro Padoan.

Sulla vicenda è intervenuto con un plauso anche il premier Matteo Renzi, che giudica le richieste e l'offerta di Bruxelles in linea, perché basate sul quel "zero virgola", percentuale vicina, molto vicina, per la quale è d'obbligo trovare un punto d'unione senza discutere con i partner Europei