Il nodo legato alle supplenze e alla cancellazione dell'ultimo anno di Scuola superiore sono alcuni dei punti più discussi tra le varie proposte formulate nelle ultime settimane dai tecnici del Ministero dell'Istruzione. Le incognite, a questo proposito, sono parecchie soprattutto perchè se da una parte si sussurra di cancellare le graduatorie di istituto di terza fascia, dall'altra i docenti di ruolo si lamentano perchè verrebbero richiesti maggiori sacrifici in termini di straordinario.



Miur, scuola, supplenze 'obbligatorie' non pagate per i docenti di ruolo?

L'imposizione ai docenti interni di svolgere le supplenze interne potrebbe creare un vero e proprio caos, soprattutto perchè gli insegnanti conoscono bene la situazione economica della scuola e temono seriamente di essere costretti a lavorare 'gratis' o quasi.

La Corte Europea parla di uno straordinario che non possa essere preteso dal datore di lavoro se nel contratto di lavoro non sono previste clausole in tal senso ed ecco perchè si profila all'orizzonte una battaglia importante.

C'è poi un'altra considerazione da fare: se per tagliare la spesa delle supplenze, il Miur decidesse di reintrodurre il divieto di assunzioni per le supplenze inferiori ai quindici giorni, si correrebbe il rischio di assistere alla 'spartizione' degli alunni nelle varie classi che non porterebbe alcun giovamento ai fini didattici.



Miur, scuola, il taglio dell'ultimo anno delle scuole superiori: le conseguenze

Per quanto riguarda il taglio dell'ultimo anno delle superiori, anche qui il Ministero dell'Istruzione ha pensato di introdurre questa disposizione proprio per risparmiare, anche qui, sui costi. Anche qui le conseguenze sarebbero da valutare attentamente in quanto il taglio provocherebbe degli esuberi che andrebbero ad aumentare inevitabilmente le ore a disposizione.

In questo modo, ci troveremmo di fronte ad una spiacevole situazione: almeno il venti per cento degli insegnanti, infatti, finirebbero per essere considerati come dei 'tappabuchi' senza contare poi l'inevitabile diminuzioni delle cattedre. Insomma, scontenti i docenti di ruolo, scontenti i precari...