Sì, perchè oltre alla passione, al sudore, ai sacrifici e all'amore per questa professione, c'è anche, ed inevitabilmente, il denaro, quello che permette agli insegnanti di poter vivere.
Per molti docenti questi dati non saranno una novità, ma è giusto ricordarli proprio perchè la loro gravità esige un intervento immediato.
L'Italia può fregiarsi del titolo poco lusinghiero di avere 'i docenti peggio pagati in Europa'. Secondo una tabella pubblicata della Cisl, i numeri fanno letteralmente venire i brividi.
Miur, scuola, governo Renzi, stipendi docenti e aumento delle ore: il confronto con la media UE
Si pensi, ad esempio, che all'inizio della propria 'carriera' (che spesso avviene anche dopo i quarant'anni a causa del precariato) la retribuzione lorda per un insegnante che presta la propria attività professionale in una scuola secondaria di primo grado è pari a 24.141 euro all'anno (fatti due calcoli, circa 1.300 euro nette al mese).
Facendo un confronto con la media europea, (euro 26.852) i docenti italiani prendono circa 2.700 euro in meno all'anno.
Non è finita perchè questo divario cresce ancora di più a fine carriera: la media dell'Unione Europea parla di 45.280 euro come media di stipendio annuo contro i 36.157 euro delle paghe in Italia.
Anche qui, calcolatrice alla mano, siamo al 25% in meno che addirittura tocca l'apice del 30% nella scuola secondaria di secondo grado.
Ciliegina sulla torta, l'aumento delle ore di lavoro. Gli insegnanti italiani lavorano anche di più rispetto alla media europea: 22 ore settimanali nella scuola primaria corrispondono ad una media Ue di 19, mentre nella secondaria di secondo grado i professori insegnano 18 ore contro le 16 dell'Europa.
Servono commenti? Può anche bastare ed avanzare, al contrario dello stipendio, quello no, che non basta.