Un articolo pubblicato sul quotidiano 'La Provincia di Varese' pone l'accento su alcuni aspetti che dovrebbero far riflettere seriamente il Ministero dell'Istruzione.
Salvatore Consolo, preside del liceo classico di Varese, ha richiamato, ancora una volta, l'attenzione sul fatto che le graduatorie ad esaurimento non rappresentano affatto una garanzia sulla qualità del servizio da offrire agli studenti del suo Istituto. In sostanza, essere primi in graduatoria non vuol dire che quel docente sia in realtà il più bravo di tutti.
Miur, scuola, assunzioni docenti: curriculum e colloquio orale, soluzione valida?
Il messaggio appare chiaro: più autonomia ai dirigenti scolastici nella scelta del personale, non soltanto per quello di ruolo, ma anche per le supplenze, perchè anche queste rivestono la loro importanza.
Si parla tanto di 'Scuola-azienda', di maggiori stimoli per i docenti, di carriera e di premialità: e allora perchè non cambiare il sistema di reclutamento degli insegnanti partendo proprio da questi principi? Il preside del liceo classico di Varese lancia l'idea del 'curriculum' e del colloquio orale come elementi di base per l'assunzione del docente nel proprio Istituto. La domanda fondamentale che vorrebbe rivolgere al docente è questa: perchè ha scelto di fare l'insegnante? In pratica si vorrebbero scoprire quali sono le vere motivazioni che spingono verso questa scelta.
Miur, scuola, assunzioni docenti: una lezione di prova
Elena Vaj, preside dell'Isis Newton di Varese, invece, vorrebbe valutare l'insegnante attraverso una 'lezione prova' di fronte alla classe: in questo modo si potrebbe vedere il metodo didattico e il carattere dell'insegnante di fronte agli allievi perchè c'è chi è troppo accondiscendente e chi, invece, troppo severo.
Giovanni Ballarini, preside dei licei Manzoni, invece, vorrebbe chiedere ai docenti che cosa farebbero per motivare una classe dove la prevalenza degli studenti ha poca voglia di studiare: un conto è insegnare ad allievi, in prevalenza, bravi e diligenti, un altro è avere a che fare con questo tipo di problematiche.
Un sistema di reclutamento più 'capillare', insomma, che non si basa soltanto su punteggi, concorsi e, spesso, anche sulla 'fortuna' ma con lo sguardo rivolto verso l'aspetto umano e caratteriale dell'insegnante. Sarà concretamente realizzabile una soluzione che parta da questi presupposti? Lasciateci i vostri commenti in proposito.