Ogni qualvolta i docenti sentono parlare di riforma della Scuola, i brividi percorrono la schiena. E non potrebbe essere altrimenti, considerando tutto quello che è successo negli ultimi decenni. Ora, dopo l'incontro tra il presidente del Consiglio, Matteo Renzi e il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, scopriremo quali altri 'colpi di genio' andranno ad 'impreziosire' la struttura del sistema scolastico.
I docenti che hanno sulle spalle qualche anno di insegnamento hanno già capito da tempo una cosa che, in fin dei conti, può essere considerata come la causa principale dei 'mali' che affliggono la scuola ovvero la discontinuità progettuale e la mancanza di visione complessiva della scuola da parte del Ministero dell'Istruzione.
Non si debba prendere come alibi l'alternarsi dei diversi schieramenti politici (destra oppure sinistra) perchè quando si tratta di risolvere dei problemi la politica c'entra poco e nulla: dalla riforma Berlinguer (anno 2000) a quella di Letizia Moratti (2003), proseguendo poi con Fioroni (2007), Gelmini (2010), Profumo (2012), Carrozza (2013) arrivando all'Onorevole Giannini (2014), ognuno ha tentato di proporre sempre qualcosa di nuovo e di innovativo, facendo tutto il contrario di ciò che si sarebbe dovuto fare, ovvero seguire un filo logico all'insegna della continuità progettuale.



Miur, riforma scuola, governo Renzi: docenti e studenti, cavie da laboratorio?

Da qui si capisce l'estraneità ai veri problemi della scuola che vanno al di là dell'estrema povertà delle risorse economiche impiegate: negli ultimi quindici-venti anni, oltre ai tagli sempre più consistenti e vergognosi, di soldi se ne sono anche buttati via parecchi, inseguendo proprio degli obiettivi rivoluzionari che non hanno portato a nulla. 

Risultato?

I docenti e gli studenti, di generazione in generazione, sono diventate le 'cavie' di esperimenti improbabili ordinati dal Ministero dell'Istruzione trasformatosi in un laboratorio di idee in stile 'scienziati pazzi' che hanno portato solo ad un'estrema confusione e all'aggravarsi di problemi storici come il precariato, gli orari di lavoro, gli stipendi, la formazione didattica degli studenti e chi più ne ha, più ne metta.

Ora si ripartirà con l'ennesimo 'ribaltone' con la valutazione dei docenti e degli Istituti (con le 'pagelle'), con l'aumento dell'orario di lavoro (scontata la parità di stipendio), con la scuola aperta di pomeriggio e con il piano dell'edilizia che finora si è visto solo su Twitter con i famosi hashtag #scuolebelle #scuolenuove e #scuolesicure. E intanto docenti, Ata e studenti continuano ad essere le 'cavie' del laboratorio chiamato 'Ministero dell'Istruzione'.