Non sarebbe un semplice problema di coperture, quello dei quota 96 e degli altri lavoratori esodati o precari (si pensi ad esempio ai quota 102 del pubblico impiego) che a causa della Riforma Fornero si sono trovati nell'impossibilità di esercitare i propri diritti pensionistici con i requisiti previsti. Da alcune dichiarazioni provenienti dall'esecutivo, sembra che la maggioranza dei componenti del Governo Renzi fosse contraria all'inserimento di provvedimenti estemporanei, come quello prima proposto e poi eliminato dalla riforma della pubblica amministrazione, pensato in modo specifico solo per gli insegnanti e per il personale ATA della scuola.
I chiarimenti offerti recentemente dal Ministro Madia
Su questo punto sarebbe intervenuto direttamente il Ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia, a precisare che la responsabilità del mancato intervento a favore dei quota 96 nella riforma PA non è da attribuire ai tecnici della spending review o della Ragioneria di Stato, ma ad una precisa volontà del Governo. La dichiarazione spiega che "non è stata la Ragioneria di Stato a decidere che non c'erano le risorse per mandarli in pensione ma il governo Renzi che si assume la responsabilità di questa scelta". Se effettivamente fosse andata così, sarebbe un piccolo colpo di scena sulla vicenda, visto che circa 4000 insegnanti sono arrivati a credere che la questione si fosse ormai definitivamente risolta e sono stati fortemente sorpresi dal dietrofront del Governo.
Il problema della riforma complessiva delle pensioni
La decisione del Governo potrebbe derivare anche dalla presa di consapevolezza che la Riforma Fornero ha avuto un impatto discriminatorio su di un ampio ventaglio di soggetti, come già accennato all'inizio dell'articolo. Si è quindi voluto evitare un pericoloso precedente, che potesse portare (qualora fosse degenerato) ad una serie di rivendicazioni da molteplici parti sociali. Uno scenario da incubo, impossibile da gestire.
Meglio quindi valutare nuovamente il problema all'interno del prossimo pacchetto scuola (a settembre), oppure cercare un rimedio che sia definitivo e rivolto a tutta la platea dei pensionandi rimasti fuori dalle tutele nel 2011.
Il riferimento è ai possibili scenari di pensione anticipata con penalizzazione o al prestito pensionistico attualmente sul tavolo del Governo Renzi.
Resta comunque difficile che una soluzione arrivi davvero in tempi stretti, come da molti auspicato. Sebbene i tecnici indichino che nei prossimi 30 giorni vi sia la possibilità di un nuovo provvedimento favorevole ai quota 96 della scuola, è bene prendere con le dovute cautele i rumors e le notizie che sembrano rincorrersi prima in un senso e poi nell'altro sull'onda delle dichiarazioni politiche.