E' un Matteo Renzi letteralmente scatenato quello che abbiamo di fronte in questi giorni: sarà il beneficio delle brevi vacanze, sarà la voglia di apparire in 'gran forma' davanti all'Unione Europea, sarà che gli italiani si aspettano dei cambiamenti da lui, naturalmente in meglio, anche se al peggio, dice un proverbio, non c'è mai fine. E così il Presidente del Consiglio parla di Scuola (uno dei temi che ha preso più a cuore in queste ultime settimane), di Jobs Act e di sindacati, ribadendo che l'Italia dovrà essere protagonista nel mondo globalizzato.
Per quanto riguarda la scuola, l'appuntamento, come sappiamo, è per dopodomani, venerdì 29 agosto, con il Consiglio dei Ministri che illustrerà la nuova riforma ma il premier mette già le mani avanti nei confronti dei sindacati: 'Mi auguro che cambino verso anche loro' ha detto Renzi 'e che capiscano che in ballo c'è il futuro dell'Italia e di conseguenza il futuro di tutti.' Il presidente del Consiglio ribadisce: 'Ci giochiamo ogni cosa in questo momento'. Insomma, o la va o la spacca, sembrerebbe il monito del capo dell'esecutivo.
Riforme governo, scuola, Jobs Act e sindacati: Matteo Renzi 'L'Italia deve cambiare'
Altro tema particolarmente scottante, sul quale si prevede un ulteriore scontro con i sindacati è rappresentato dal Jobs Act, per il quale Renzi vorrebbe abbreviare ancora di più i tempi dell'approvazione: se prima si era parlato di 'fine 2014' ora si vorrebbe chiudere entro l'autunno.
Anche qui, il presidente del Consiglio ha dato la propria disponibilità a trattare con i sindacati ma nello stesso tempo è consapevole che non si può continuare a trattare all'infinito e che, ad un certo punto, bisogna prendere le decisioni. 'Basta con la logica del no e del piagnisteo' - tuona Matteo Renzi - Dobbiamo scatenare le energie dell'Italia, dobbiamo mostrare che siamo il governo del 'fare' . Poi un appello a Susanna Camusso, a Raffaele Bonanni e agli altri esponenti sindacali: 'Nessun pregiudizio nei loro confronti ma devono sapere che il presupposto rimane uno solo e cioè quello che l'Italia deve fare le riforme'.