Sembra stia per arrivare davvero il momento della resa di conti sulle tante dichiarazioni da parte dell'esecutivo riguardanti il tema delle riforme da attuare sulle Pensioni. Da un lato ci sono il Governo Renzi e gli organismi istituzionali, dall'altro lato i lavoratori in età avanzata, i pensionati e i sindacati. Sono queste le forze in campo che entro la fine del mese potrebbero arrivare ad un duro scontro, perlomeno sulla base delle premesse non certo rasserenanti che si possono notare con le dichiarazioni degli ultimi giorni.
I tecnici hanno già messo in evidenza come le eventuali salvaguardie per i lavoratori disagiati saranno limitate ai casi più gravi, mentre ulteriori risparmi potrebbero essere richiesti ai pensionati e ai detentori di redditi minimi. D'altra parte, sono la stessa UE e il Fondo Monetario Internazionale a definire la situazione previdenziale come uno dei palcoscenici privilegiati per operare nuovi tagli al sempre più elevato debito pubblico.
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Nel frattempo in Parlamento proseguono le discussioni sui possibili aggiornamenti da attuare per calmierare alcuni degli effetti più perversi della legge 214/2011, conosciuta anche come Riforma Fornero.
Ricordiamo che fu proprio in seguito a quest'ultima che si vennero a creare numerose situazioni di disagio lavorativo, come quelle vissute dai lavoratori esodati (rimasti senza reddito da pensione e al contempo senza possibilità di accedere all'Inps). Per non parlare dei casi dei lavoratori precoci, di coloro che hanno svolto lavori usuranti, dei Quota 96 nella scuola e più in generale di tutti quei lavoratori che sono rimasti disoccupati in età avanzata e che hanno subito le pesanti conseguenze dovute all'innalzamento dei requisiti anagrafici. Per cercare di far fronte a situazioni come queste, la Commissione Lavoro sta proponendo all'attenzione delle Camere e del Governo delle nuove forme di pensione anticipata, oltre che delle disposizioni innovative in termini di cumulabilità dei trattamenti di reversibilità.
Fermo restando il precedente "Progetto Damiano", già suggerito più volte come possibile soluzione generalizzata, che consisterebbe nell'offrire a tutti la pensione anticipata con 62 anni di età e 35 di contribuzione, a patto di accettare una penalizzazione del 2% sulla mensilità erogata.
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Purtroppo anche per chi è già in pensione le notizie non sembrano confortanti. Negli scorsi giorni il Fondo Monetario Internazionale ha lanciato un nuovo monito sulla previdenza, spiegando che "la spesa pensionistica in Italia è troppo alta e un taglio della spesa pubblica deve passare per un taglio della spesa previdenziale".
Nei fatti il Governo Renzi starebbe pensando a ulteriori tagli su pensioni e assegni sociali già a partire dalla legge di stabilità 2015; la spending review potrebbe abbattersi sulle fasce sociali più basse, visto che il proposito dell'esecutivo consiste nell'intervenire sull'Isee attraverso un aumento dei requisiti per accedere al welfare dell'Inps e degli altri servizi socio-sanitari. Una scelta che sono in molti a non condividere, visto la situazione di difficoltà in cui già si trovano moltissime famiglie italiane. E voi cosa pensate al riguardo? Fateci sapere la vostra opinione con un commento.