Sta per arrivare il momento decisivo per centinaia di migliaia di lavoratori disagiati, rimasti colpiti in vario modo dai tagli della legge Fornero 2011. Esodati senza reddito da lavoro o da pensione, precoci, usuranti, disoccupati in età avanzata e Quota 96 della scuola: tutti attendono di conoscere se la legge di stabilità 2015 riuscirà a consentire loro (finalmente) l'agognato pensionamento. Purtroppo dalle notizie che sono giunte negli scorsi giorni sembra piuttosto difficile che si possa realizzare una salvaguardia generalizzata, soprattutto per colpa delle limitate risorse finanziarie a disposizione dell'esecutivo.

Bisognerà pertanto trovare "la quadra" tra le esigenze di welfare e protezione sociale dei cittadini e le necessità del Governo di restare all'interno dei parametri finanziari decretati dalle istituzioni sovranazionali, prima di tutte l'Unione Europea e il Fondo Monetario Internazionale.

Legge di stabilità 2014, Parlamento e Lavoratori disagiati: i possibili risvolti legislativi

Dal punto di vista operativo, gli unici per i quali è già arrivata una salvaguardia sono i lavoratori esodati, ovvero coloro che in seguito alla legge Fornero del 2011 sono rimasti imprigionati in una sorta di limbo, avendo firmato per il licenziamento senza poi aver ottenuto il prepensionamento che gli era stato promesso.

Dopo l'approvazione della sesta salvaguardia alla Camera dei Deputati, negli scorsi giorni anche il Senato della Repubblica ha dato il proprio via libera. Resta comunque ancora molto lavoro da fare, visto che una delle soluzioni più probabili per flessibilizzare l'intero sistema previdenziale, il cosiddetto progetto Damiano, dovrà essere indirizzato sulle situazioni di maggior necessità, dato che le risorse non permettono una soluzione utile a tutta la platea.

Stiamo parlando della possibilità di offrire il pensionamento anticipato con 35 anni di contribuzione e 62 anni di età. In cambio, il lavoratore dovrebbe subire una penalizzazione del 2% sul totale della mensilità erogata, per ogni anno di anticipo rispetto al maturamento dei requisiti di pensionamento formali.

Quota 96 spostati a mansioni organizzative, pensione solo nel 2015?

Nel frattempo sembra che i Quota 96 della scuola dovranno farsi carico di un ulteriore anno lavorativo, anche se con #labuonascuola potranno uscire dalle classi per dedicarsi a mansioni organizzative meno stressanti. Secondo le ultime affermazioni del Ministro dell'istruzione Stefania Gelmini, che ha risposto alle domande di un insegnante durante una diretta della web tv Repubblica "i Quota 96, nel piano della Buona scuola, possono sicuramente rientrare in una soluzione che non è l'andare in pensione, come altre categorie non comprese dalla legge Fornero hanno potuto fare, ma è entrare in nell'organico funzionale ed essere destinati a mansioni diverse, come quelle organizzative e non necessariamente alla didattica frontale". Sul tema era già intervenuto il Presidente della Commissione Bilancio di Montecitorio Francesco Boccia, spiegando che la vicenda avrebbe trovato una soluzione definitiva solo nel 2015.