Applicazione sentenza UE, le risposte del Governo
Le risposte alle interrogazione del Movimento Cinque Stelle, di cui la prima firmataria è l'On. Chimienti, non sono certo quelle attese. Il partito accusa il Governo Renzi di prendere sotto gamba la sentenza e di non rispettarla nelle modalità di assunzione stabilite, in base alle quali tutti i docenti precari della scuola devono essere assunti con contratto a tempo indeterminato. Rimbalzo di risposte con il progetto di un piano di assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato per 148mila unità, immissioni in ruolo distribuite in tre anni, a partire dall'anno scolastico 2015/2016. Resta da non considerarsi valido l'anno scolastico in corso, non certo una buona notizia per il personale della scuola che attende la sottoscrizione di un contratto a tempo indeterminato. In base alle risposte del Governo, le stesse per il Ministro della Pubblica Istruzione, il piano di assunzioni docenti potrà essere espletato completamente in tre anni e portare allo svuotamento delle GaE, ovvero alla chiusura definitiva. Di seguito, non rimanendo più docenti precari, l'unico strumento di reclutamento diventerà il concorso a cattedra.Il piano di assunzioni docenti così disposto costituisce, come dichiarato dal Sottosegretario Toccafondi, uno strumento di stabilizzazione del personale della scuola, permettendo altresì di ridurre o eliminare la necessità di ricorso reiterato a contratti a tempo determinato ed utilizzare le supplenze solo per esigenze contingenti ed imprevedibili della scuola. In base alle dichiarazioni del M5S, il Governo non ha intenzione di rispettare la sentenza della Corte di Giustizia europea, la quale lo scorso 26/11/2014 ha dichiarato illegittima la normativa italiana in materia di stipula di contratti a tempo determinato, con particolare riferimento al comparto scuola. Per il partito di Grillo, il mancato rispetto della sentenza dell'UE e il portare avanti il progetto di piano straordinario di assunzioni senza modificarlo in base alle disposizione del 26 novembre comporterà solo un altro giro di ricorsi. Si attende dunque di conoscere un nuovo riscontro del Governo Renzi e del Miur, dai quali i precari attendono ancora delle risposte definitive alla loro prossima collocazione lavorativa.