Le norme del disegno di legge sulla Buona scuola presentate dal Governo Renzi sono confuse, oltre che di difficile funzionalità. E il servizio studi della Camera dei deputati a dirlo: i tecnici del Presidente della Camera, Laura Boldrini lamentano le difficoltà di comprendere le competenze dei dirigenti scolastici e dei docenti così come indicate dal testo del ddl di riforma scolastica.

Dunque, le difficoltà di comprendere uno degli aspetti fondamentale della riforma della Scuola, la chiamata diretta dei presidi relativa all'assunzione dei docenti precari, presenta numerosi punti interrogativi che andiamo ad analizzare.

Riforma scuola, le norme più contorte del Ddl sulla stabilizzazione precari

In più di un'occasione, la nostra redazione di Blastingnews aveva già sottolineato le difficoltà di capire come verrà sbrogliata l'ipotesi che un precario presente negli albi regionali riceva la chiamata contemporanea da più presidi o, al contrario, che un candidato docente non venga chiamato da alcuna scuola.

Al momento non esiste alcun diritto di prelazione, ma è possibile immaginare una sorta di mercato di figurine di inizio anno scolastico, con i presidi impegnati ad accaparrarsi i docenti più richiesti. Non essendoci una regola, varrebbe il meccanismo della gara a chi arriva per primo?

Ma le domande che finora non hanno avuto risposta e che la relatrice Pd Maria Coscia dovrà rivedere nella stesura del provvedimento, sono molteplici. Ad esempio, come faranno ad assegnare incarichi a tempo determinato a docenti che dovranno essere assunti con contratti a tempo indeterminato?

Quali garanzie avranno, inoltre, i docenti di ruolo nel richiedere il trasferimento? In base al testo della riforma, dovranno rimettersi in discussione negli albi regionali: preferiranno rinunciare alla mobilità?

Proprio i docenti di ruolo, poi, potrebbero subire quella che è stata definita la loro precarizzazione: la questione degli incarichi triennali, infatti, pone altre riflessioni. Per coprire i posti assegnati all'istituzione scolastica, il preside dovrà avanzare incarichi di durata triennale rinnovabili ai prof iscritti negli albi e ai docenti già in servizio presso un'altra istituzione scolastica.

I dirigenti scolastici quindi potranno esercitare questa facoltà anche nei riguardi di professori di ruolo che non abbiano presentato domanda di trasferimento. Non è chiara, al momento, qual è la posizione giuridica di questi insegnanti qualora dovessero accettare l'incarico anche non avendo presentato la domanda di trasferimento. Il dubbio, dunque, riguarda la stessa figura dei docenti di ruolo: perderanno la loro caratura e diventeranno, forse, tutti supplenti?