Quella che è già stata ribattezzata come una decisione storica da parte della Consulta rischia di avere pesanti ripercussioni anche sull'istituto della pensione anticipata 2015, con quota 100 e quota 97, i due strumenti indicati da tempo dal Presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano, che diventano sempre più un'utopia per tutti i lavoratori italiani, compresi precoci e esodati.
Dai calcoli compiuti tempo addietro, la quota 100 di Damiano era stata valutata in 10 miliardi di euro, una somma ritenuta eccessiva dal governo Renzi, che aveva infatti sempre rimandato qualsiasi discorso di riforma Pensioni, rimandando così la decisione per il prossimo anno, in attesa del testo della Legge di Stabilità. Oltretutto all'interno dello stesso esecutivo si sono registrate nelle ultime ore dichiarazioni contrastanti, con protagonisti il ministro dell'Economia Padoan e il sottosegretario Enrico Zanetti, esponente di Scelta Civica, il partito fondato dall'ex premier Mario Monti.
Pensione anticipata 2015, la decisione della Consulta pesa come un macigno
Mentre i lavoratori precoci e gli esodati attendono una risposta definitiva sulla loro pensione, gli esponenti del governo danno una interpretazione diversa alla decisione della Consulta di qualche giorno fa, facendo tra le altre cose scatenare la reazione immediata da parte di quest'ultima.
Già in un precedente articolo sulle novità per le pensioni ad oggi 7 maggio vi abbiamo parlato della querelle tra Padoan e Zanetti, con il primo che ha confermato come il governo rispetterà la Consulta mentre il secondo si è detto contrario a rimborsare tutti indistintamente, ritenendo questo impensabile. In realtà la Corte Costituzionale ci ha tenuto a ribadire che la sentenza è per tutti e che i cittadini, che dovranno fare domanda all'Inps, non sono tenuti a presentare ricorso, sebbene in alcuni casi, come peraltro è già accaduto in passato, gli avvocati abbiano consigliato di preferire questa strada per far sì che l'azione fosse più forte.