Sembra complicarsi ulteriormente la già delicata questione della sentenza numero 70/2015 emessa a fine aprile dalla Corte Costituzionale, che di fatto ha dichiarato illegittima la scelta di penalizzare le rivalutazioni Istat effettuata nel 2011 dal Governo Monti. Nel corso degli ultimi giorni i tecnici del Governo Renzi hanno cercato di fare luce sulla questione, prima di tutto analizzando la sentenza dal punto di vista della sostenibilità nei confronti dei conti pubblici. Si tratta di un punto da non sottovalutare perché nei casi peggiori le stime parlano di un esborso stimabile dai 13 ai 16 miliardi di euro, di fatto l'importo di una nuova manovra, che però il Ministro dell'economia Pier Carlo Padoan ha già escluso di voler attuare.

Proprio per evitare un simile scenario, le prime ipotesi di esecuzione parlavano di una rimodulazione della penalizzazione, così da rimborsare solo coloro che possiedono redditi non elevati ed evitare che la misura sanatoria si allarghi ai pensionati più ricchi. D'altra parte, nella giornata di ieri lo stesso sottosegretario all'economia Zanetti ha spiegato che sarebbe "impensabile e immorale" prevedere un rimborso per tutti i pensionati, evidenziando come la questione sia molto sentita all'interno del Governo.

Stop a rivalutazioni, nuovo parere dalla consulta: sentenza sarebbe auto applicativa

Stante la situazione, l'esecutivo avrebbe deciso di congelare momentaneamente la vicenda per poter effettuare i propri rilievi tecnici.

Così com'era stato già ipotizzato, l'idea principale consisterebbe nel dare esecuzione alla misura raddoppiando il moltiplicatore della pensione sociale previsto dal Governo Monti (che passerebbe da tre a sei). Ma nel frattempo giungono dalla Consulta nuove interpretazioni della norma che non sembrano favorevoli rispetto ad altre strategie di contenimento dei costi.

Secondo quanto è stato diffuso sui principali media, i giudici costituzionali considererebbero la sentenza auto applicativa: questo significherebbe che i pensionati interessati non avrebbero la necessità di fare causa all'Inps, perché in tal caso basterebbe una semplice domanda. Nel frattempo, l'Europa avverte l'esecutivo che l'esecuzione della sentenza deve avvenire nel rispetto del rapporto deficit / Pil del Bel Paese.

Insomma, la strada per una soluzione della vicenda appare ancora in salita.

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