La settimana scorsa, la Lega Nord ha depositato in commissione Lavoro alla Camera, il disegno di legge numero 3002, il quale riconosce ai dipendenti pubblici, che hanno raggiunto la quota 96 entro il 31 dicembre 2012, la possibilità di lasciare il lavoro a 64 anni, secondo quanto già stabilito dalla riforma Fornero per i lavoratori del settore privato. La Lega Nord, nella giornata di ieri, come evidenziato dal sito internet pensionioggi.it, ha diffuso una nota con la quale si ricorda che la proposta del partito guidato da Matteo Salvini, mette la parola fine ad una vera e propria discriminazione subita dai dipendenti pubblici nei confronti di quelli privati.
I dipendenti pubblici, se dovesse approvata la norma proposta dalla Lega, andrebbero in pensione all'età di 64 anni e 3 mesi
Questo significa che i dipendenti pubblici, se dovesse essere approvata questa norma, potrebbero andare in pensione al compimento di 64 anni e 3 mesi (64 anni e 7 mesi, da gennaio 2016) nel caso in cui, al 31 dicembre 2012, avessero raggiunto la famosa quota 96, somma tra età anagrafica e anni di contribuzione, con un anticipo di due anni rispetto alle regole stabilite dalla legge Fornero. Ora, sarà necessario aspettare per verificare cosa dirà la commissione Lavoro alla Camera e, in particolare, il governo Renzi, i quali si dovranno pronunciare su questa nuova proposta.
La recente sentenza della Consulta potrebbe mettere in discussione qualsiasi intervento sulla riforma delle pensioni
La recente decisione della Consulta, che ha bocciato una norma della legge attualmente in vigore che bloccava gli aumenti degli assegni pensionistici tre volte superiori al minimo Inps, rischia di mettere in discussione qualsiasi possibile intervento sul nostro sistema previdenziale che lo stesso governo aveva preannunciato nelle scorse settimane. Non ci resta che aspettare le prossime mosse del premier Renzi anche alla luce di quanto le casse dello Stato dovranno restituire ai pensionati come rimborso sugli assegni pensionistici del 2012 e 2013.