Saranno molti i disagi ed i problemi che si creeranno il prossimo 19 maggio, in vista dell'annunciato sciopero da parte di medici e pediatri a seguito del mancato rinnovo della convenzione per la categoria e rivolto contro le Regioni, che - afferma il segretario nazionale della Fimmg (Federazione dei medici di medicina generale), Giacomo Milillo - "vogliono praticamente distruggere il Servizio sanitario nazionale''.

La protesta

È di oggi la notizia dell'adesione allo sciopero da parte della Confederazione Italiana pediatri (Cipe), la quale chiede a gran voce il rinnovo dell'Accordo Collettivo Nazionale per la Pediatria di Famiglia. Recentemente infatti la Regione non ha approvato il documento, con il rischio di vedere aumentati i costi sostenuti per il mantenimento delle strutture sanitarie pediatriche, suscitando di fatto l'indignazione della categoria medica.

Protesta a cui si uniscono anche i medici di continuità assistenziale (la vecchia "guardia medica") che hanno annunciato una sospensione dei loro servizi per quattro ore.

Possibile quindi vedere problemi a seguito di emergenze mediche sul territorio, che si ritroveranno senza una copertura medica ed assistenziale adeguata. Secondo Milillo, dei sessantamila medici di base e dei seimila pediatri italiani, la maggioranza aderirà allo sciopero di protesta. Facile quindi immaginare l'entità dei disagi per i pazienti e cittadini tutti.

Il rinnovo della convenzione

Le trattative per il rinnovo della convenzione, da parte della Conferenza delle Regioni, è ormai bloccato da più di sei mesi. Secondo le parole di Milillo, tale convenzione ''è l'accordo siglato tra sindacati e Conferenza delle Regioni e regola appunto l'attività e l'organizzazione del lavoro dei medici di famiglia."

Secondo la legge, tale accordo avrebbe una scadenza triennale ed andrebbe perciò rinnovato con cadenza regolare.

Tuttavia è dal lontano 2011 che la convenzione si trova in fase di stallo burocratico. Con l'approvazione del nuovo documento, si vedranno ridistribuite e meglio organizzate le spese sanitarie per il servizio dei medici di comunità.

Se gli accordi non dovessero venire mantenuti dalla parte Politica, i medici si dicono pronti a dichiarare altre giornate di sciopero.