'Sul tema delle Pensioni vanno evitati errori ed improvvisazioni' così inizia la nota pubblicata oggi da Cesare Damiano sulla sua pagina ufficiale Facebook. Il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati rassicura i lavoratori sulle intenzioni 'battagliere' del PD. Dicendo che in primis dovranno essere risolti alla radice le questioni spinose riguardanti opzione donna e 7a salvaguardia, dopodiché in Legge di Stabilità si dovrà pensare a riformare l'attuale sistema pensionistico italiano.

Nella prossima Legge di Stabilità, precisa Damiano, si dovrà affrontare il tema della flessibilità. L'onorevole si dice propenso ad avviare un confronto serio col Governo a partire dalla proposta del Ddl 857 ossia: penalizzazione massima dell'8% per chi uscirà a 62 anni o una pensione di anzianità per chi avrà già maturato 41 anni di contributi versati. Le parole postate dall'onorevole sono subito divenute virali tra i 'lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti' che hanno prima condiviso il post sulla loro pagina Facebook, e poi invaso di commenti e ringraziamenti Cesare Damiano. Negli ultimi tempi sembrava 'calato il sipario' sulla Quota 41, e questo silenzio da parte degli esponenti di spicco aveva allarmato i lavoratori.

Ecco i dettagli della nota resa pubblica dall'Onorevole Damiano, che pare ridare fiducia ai pensionandi.

Riforma pensioni, novità Damiano: Serve un confronto serio col Governo su Ddl857, 'torna' quota 41?

Il Presidente della Commissione Lavoro, nella sua lunga nota, si dice contrario alla 'finta flessibilità'. Non sono proponibili, precisa, né la proposta di Morando di una flessibilità possibile solo a 'costo zero' per lo Stato, né tantomeno quella di Boeri, che prevede il ricalcolo contributivo dell'assegno. Entrambe le tesi, sottolinea Damiano, porterebbero a penalizzazioni insostenibili per i lavoratori, ad un taglio all'incirca del 30% sull'assegno pensionistico. Qualora il Ddl 857, che prevede una decurtazione massima dell'8% per chi volesse accedere alla quiescenza all'età di 62 anni anziché 66, non convincesse del tutto, scrive Damiano, si potrebbe optare per soluzioni intermedie, meno costose per lo Stato.

Come, ad esempio, una decurtazione del 2% annuo fino ai 1.500 euro mensili, del 3% annuo per chi supera tale cifra. E' auspicabile si vada verso un confronto serio col Governo, conclude Damiano, ma soprattutto che non si pretendano 'penalizzazioni troppo pesanti che non eserciterebbero nessuna attrazione nei confronti dei lavoratori'.

Il 9 settembre, con l'apertura del cantiere previdenziale, e con la discussione del Ddl 857 che comprende anche la Quota 41, si andrà in direzione di quella svolta che i lavoratori attendono da tempo? O il parere dell'Ue influenzerà nuovamente le modifiche che verranno approvate in Commissione Lavoro? I pensionandi confidano che al premier Renzi venga la stessa determinazione espressa in un tweet recente, apparso sul suo account, in cui ha scritto 'Il 16 dicembre ci sara' ultima rata del 2015 per Imu e Tasi.

Segnatevela: sara' il funerale delle tasse sulla casa. Ultimo giorno' e ancora 'L’Europa non può dirci cosa fare delle tasse'.

Sulle pensioni invece, si chiedono i lavoratori esausti, chi deciderà Renzi o l'Ue?