Rubare un piccolo oggetto dal centro commerciale non è mai un gesto encomiabile, specialmente se ad aver sottratto tale oggetto è proprio un dipendente dello stesso centro commerciale. Cosa succede in questo caso? Il comportamento del lavoratore puo' dar luogo ad una sanzione o addirittura comportare il licenziamento in tronco  proprio perché il furto determina la rottura del vincolo di fiducia che lega il lavoratore al suo datore di lavoro?

Di solito il licenziamento senza preavviso può scattare solo qualora la condotta del dipendente sia talmente grave da non consentire più la prosecuzione del rapporto di lavoro. Ecco perché la giurisprudenza sul punto è sempre stata cauta ad individuare quelle ipotesi che effettivamente possono costare caro ad un lavoratore. E se da una parte ci sono state pronunce della Corte di Cassazione che hanno ritenuto licenziabile il lavoratore dopo che lo stesso aveva rubato cose di modesto valore, questa volta la Corte di Cassazione con la decisone n. 24530 del 02.12.15 ha cambiato idea.

Il modico valore della merce esclude il licenziamento

La Corte di Cassazione proprio per il modico valore della merce illegittimamente sottratta non ha approvato la decisione del datore di lavoro di licenziare il dipendente del centro commerciale. Gli ermellini hanno ribadito con enfasi che quest’ episodio per via della particolare modestia dell'oggetto sottratto (un porta telefono magnetico) non è talmente grave da legittimare la massima sanzione di carattere espulsivo ovvero il licenziamento. La benevolenza mostrata dai giudici di legittimità nei confronti del lavoratore è riconducibile sia all’anzianità del lavoratore, che ha lavorato per 16 anni senza vedersi applicare sanzioni disciplinari sia al fatto che lo stesso non si era mai comportato in modo scorretto, essendo quello l’unico episodio ‘fuori dalle righe’.

Il lavoratore salva il posto per via della scarsa attitudine a rubare

A detta dei giudici di legittimità, in questo caso, il dipendente non ha di certo messo in discussione il rapporto di fiducia che lo lega al datore di lavoro proprio per la dinamica in cui si svolto il furto che ha mostrato la scarsa  propensione del lavoratore a condotte criminose. Dopo la sottrazione dalla scaffalatura del porta telefono magnetico era infatti scattato l’allarme del dispositivo antitaccheggio. Il lavoratore era quindi stato invitato gentilmente a tirare fuori dalle tasche la refurtiva. Ma forse per paura delle conseguenze del gesto poco onorevole appena commesso lo stesso si astiene  dal tirare fuori il porta telefono a questa prima verifica.

Poco dopo esser uscito dal centro commerciale però messo alle strette decide finalmente di consegnare l'oggetto, anche perché non era riuscito a disfarsi dello stesso come avrebbe voluto fare. Salvo dal licenziamento deve dunque ritenersi il lavoratore dato che l'esiguo valore di 2,90 euro del porta telefono magnetico non è apparso sufficiente, agli occhi dei giudici di legittimità, a metterlo alla porta. D'altronde il datore di lavoro non ha potuto certo dire di aver subito un danno economico. Per info. di diritto premi il tasto segui acccanto al mio nome.