Si continua a discutere dei termini di prescrizione legati alle sanzioni per il mancato pagamento dei contributi previdenziali. La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha ricordato ancora una volta il principio di diritto del termine di prescrizione quinquennale dei contributi previdenziali. La Suprema Corte si è spinta anche oltre precisando che il termine di prescrizione di 5 anni si applica però solo se non c’è stata una denuncia da parte del lavoratore o dei suoi familiari.

La denuncia dei lavoratori all’Inps, prevista dall’articolo 3 della Legge n. 335/95 come una deroga alla regola generale del termine quinquennale, consente di estendere la prescrizione a 10 anni. Ciò però solo qualora il datore di lavoro abbia omesso di versare i contributi previdenziali. La Corte di cassazione ha ritenuto infatti che non c’è una dipendenza funzionale tra la prescrizione dell’obbligazione previdenziale e la denuncia all’Inps dell’omissione contributiva del datore di lavoro al contrario del legame funzionale che sussiste invece fra la sanzione civile e l’omissione contributiva.

Legame che consente di applicare ad entrambe lo stesso termine di prescrizione.

Descrizione del caso sottoposto all’attenzione della Cassazione

Protagonista della vicenda è stata una società che aveva ricevuto dall’Inps alcune cartelle esattoriali relative ad omissioni contributive di alcuni lavoratori. Nello specifico i contributi previdenziali e assistenziali non versati si riferivano a straordinari parzialmente 'in nero'. La Corte di Cassazione con tale recente sentenza ha rigettato il ricorso della società. La società infatti si era difesa sottolineando la genericità delle denunce presentate da alcuni dipendenti che si erano limitati solo a far presente di aver svolto del lavoro straordinario ‘in nero’ per tutto il tempo in cui avevano prestato servizio presso la società.

I giudici di legittimità, al contrario però hanno ritenuto che ai fini della prescrizione di 10 anni non è necessaria una denuncia con un contenuto tecnicamente specifico e circostanziato. A detta degli ermellini, è sufficiente che il lavoratore presenti all’Inps una denuncia anche generica, cosa che anche altri due dipendenti avevano fatto, ma in modo più analitico. (Corte di Cassazione sentenza n. 24946 del 10 dicembre 2015).

Non c’è un obbligo di notifica della denuncia al datore di lavoro

La Corte di Cassazione ha dunque ritenuto irrilevante, per far scattare il periodo di prescrizione decennale, il fatto che tale denuncia non era stata notificata alla società, nella sua qualità di datore di lavoro.

I giudici di legittimità hanno inoltre ritenuto che il lavoratore che si duole con tale denuncia dell’inosservanza degli obblighi previsti dalla legge chiedendo quindi un intervento degli organi di controllo dell’Inps, non impedisce di certo l’applicazione del termine di prescrizione decennale al posto di quello quinquennale. La Corte di Cassazione con decisone insindacabile ha quindi accolto il ricorso dell'Inps e condannato la società a pagare le somme equivalenti ai contributi previdenziali che avrebbe dovuto versare. Per info di diritto premi il tasto segui accanto al mio nome.