Arrivano importanti novità sulla riforma Pensioni da parte del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che in una lunga intervista a Repubblica ha ricordato la promessa fatta da Matteo Renzi alcuni mesi fa circa l'intervento del governo nel 2016 in materia previdenziale. Parole attese da molti lavoratori e dallo stesso Cesare Damiano, che in un recente post su Facebook ha esortato l'esecutivo a seguire la proposta di legge 857.
Il parlamentare del Partito democratico ha inoltre annunciato una possibile ottava salvaguardia per risolvere definitivamente il problema degli esodati.
'Il governo si è impegnato'
Poletti, in merito alla riforma pensioni del governo Renzi, ha ricordato che l'esecutivo si è impegnato sulla flessibilità in uscita, confermando indirettamente dunque che la riforma si farà, aggiungendo però che il governo entrerà nel merito soltanto con proposte precise. Dalle parole del ministro si deduce dunque che né la proposta di Damiano né quella del presidente Inps Boeri, se prese singolarmente, soddisfano l'esecutivo, anche se potremmo sbagliarci.
Resta il fatto che il piano del professore della Bocconi e il disegno di legge numero 857 del presidente della commissione Lavoro sono già noti da tempo, tanto che l'economista italiano nelle ultime settimane di dicembre ha provveduto a pubblicare online sul sito dell'Inps la sua proposta. Proposta sulla quale Boeri è tornato anche di recente, spiegando il suo pensiero sui lavoratori precoci, non trovandosi d'accordo con quota 41, ma proponendo quota 42, per le donne, e quota 43 per gli uomini, sottolineando come, con l'attuale legge Fornero, si arriverebbe a quota 45 nel giro di qualche anno. I precoci hanno accolto tiepidamente l'ultima proposta di Boeri, rimanendo dunque fedeli a quota 41 di Cesare Damiano, che tra l'altro trova l'appoggio trasversale di diversi esponenti politici, tra cui Matteo Salvini, leader della Lega Nord, che in più di un'occasione ha dichiarato di essere pronto a votare la proposta di riforma pensioni di Damiano, la quale prevede quota 97, ovvero l'uscita anticipata a 62 anni con almeno 35 anni di contributi, a fronte di una penalizzazione massima dell'8 percento, se si decide di anticipare di 4 anni l'uscita dal lavoro.
Il ddl numero 857, come ha affermato Simonetti (Lega Nord) in un'intervista rilasciata la settimana scorsa, sembrerebbe incontrare il no dell'Inps, che - stando sempre alle parole di Simonetti - preferirebbe far 'passare' il piano Boeri.
Un 2016 di passione
Le recenti dichiarazioni di Giuliano Poletti lasciano ben sperare in un'azione del governo per quanto riguarda la risoluzione del problema legato all'introduzione della flessibilità. Ancora non ci è dato sapere quando l'esecutivo presenterà la sua proposta al Parlamento e ai cittadini italiani, resta il fatto che le uniche due proposte note sono, ad oggi, quella di Cesare Damiano e Tito Boeri. È possibile che la maggioranza faccia un lavoro di sintesi tra il ddl 857 e il piano del presidente Inps, presentando dunque una proposta 'nuova' che contenga le migliori soluzioni offerta da una parte e dall'altra. I cittadini continuano ad attendere la correzione della riforma pensioni della Fornero, il 2016 sarà l'anno giusto?