La questione della riforma Pensioni 2016, anche in questo mese di marzo da poco cominciato, è sempre sul tavolo del governo, anche se al momento non sembra facile arrivare ad una soluzione definitiva. Negli ultimi giorni registriamo l'ennesima presa di posizione del Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, il quale afferma che è possibile garantire una maggiore flessibilità in uscita al sistema pensionistico italiano attraverso il cosiddetto 'prestito pensionistico'.

Il ministro dunque anche in questo mese di marzo decide di rilanciare la proposta in questione, intervenendo alla trasmissione televisiva 'DiMartedì', in cui Poletti ha affermato che questa è l'unica soluzione, che mette realmente al riparo i conti pubblici del nostro Paese, che proprio in questi giorni sono osservati con molta attenzione da parte della Commissione Europea.

Difficoltà nel reperire le risorse per la riforma

Questo in quanto in Europa si teme fortemente che il nostro Paese possa rischiare di non raggiungere gli obiettivi previsti per il 2016. Proprio per questo motivo, i margini di un intervento sulle pensioni da parte del governo del Presidente del Consiglio sono ridotti al minimo. Questo comporta che l'esecutivo deve studiare delle ipotesi sostenibili da un punto di vista finanziario se vuole realmente giungere ad una riforma pensioni 2016. Si tratta ovviamente di coperture che secondo il Ministro Poletti sono tutt'altro che facili da trovare e reperire.

Dunque per il Ministro il prestito pensionistico potrebbe essere l'unica ipotesi realmente percorribile. 

Per Damiano entro fine anno la riforma sarà fatta

Nel frattempo Il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati ed ex Ministro del Lavoro Cesare Damiano ribadisce che entro fine anno con la prossima legge di stabilità si potrebbe giungere ad una riforma pensioni 2016 a costo zero per le casse dello Stato in grado di garantire una pensione anticipata di 4 anni rispetto ai tempi attuali portando l'uscita del lavoro a 62 anni e 7 mesi. Per l'Inps questa riforma costerebbe circa 3 miliardi di euro l'anno, per Damiano è vero che inizialmente la riforma avrà un costo ma questo sarà recuperato nei successivi anni, in quanto 4 anni in meno di contributi si tradurranno in un risparmio sulle future pensioni.