Gli scenari possibili per la riforma pensioni 2016 si sono complicati dopo l'intervento dell'Unione Europea che, seppur non abbia avviato una procedura di infrazione contro l'Italia, ha fatto sapere con chiarezza che i conti pubblici del nostro paese non sono da considerarsi in buono stato di salute. Le ultime novità riguardano un intervento di Pietro Ichino, membro della Commissione Lavoro al Senato, il quale ha ribadito come la strada proposta da Cesare Damiano non sia percorribile e che è necessario pensare strumenti differenti per anticipare l'uscita dal lavoro e inserire maggiore flessibilità nel sistema previdenziale.

Contestualmente, si inserisce anche l'ultimo intervento proprio del Presidente della Commissione Lavoro alla Camera, il quale, invece, ha proprio rilanciato la propria proposta in un meeting organizzato nella Regione Piemonte da Sergio Chiamparino. Le categorie più penalizzate dalla legge Fornero, i lavoratori precoci e gli esodati intendono proseguire la loro battaglia, anche se lo spazio politico per un intervento sembra assottigliarsi sempre di più.

Le parole di Cesare Damiano e le novità sulla riforma pensioni 2016

Nonostante, dunque, l'Europa abbia concesso quello che è stato definito dai diretti interessati un alibi al governo Renzi per non procedere ad una riforma delle pensioni per il 2016 che ridetermini i requisiti previsti dalla legge Fornero, Cesare Damiano ha deciso di non mollare la sua battaglia e ha rilanciato la sua proposta insieme ad una riflessione più ampia sul welfare state.

Il suo intervento può essere riassunto in questi termini: dal momento che stiamo vivendo una situazione di crisi straordinaria non si può intervenire con strumenti ordinari, occorre in parole povere rafforzare e allungare gli ammortizzatori sociali esistenti e prevedere un'uscita anticipata dal mondo del lavoro almeno per coloro che si trovano nella condizione di aver perso il lavoro e di essere ancora lontani dal requisito anagrafico predisposto dalla riforma Pensioni Fornero. Sempre nella giornata di ieri, sono tornati a farsi sentire anche i sindacati: non solo la Camusso, ma anche Barbagallo hanno rilanciato la piattaforma unitaria sulle pensioni, con uscita a 62 anni e Quota 41 per i lavoratori precoci, chiedendo al governo un incontro in tempi brevi.

Sul tavolo anche la possibilità di un'ottava salvaguardia per gli esodati.

Il contributivo di Ichino e le novità sulla riforma pensioni 2016

Pietro Ichino, docente universitario e membro della Commissione Lavoro al Senato, ha discusso il tema della riforma delle pensioni per il 2016 in una intervista, sottolineando come l'unica strada percorribile sia il passaggio al contributivo. Il PD, dunque, sembra spaccarsi in due: da un lato coloro che appoggiano Damiano e l'idea di un'uscita flessibile a 62 anni e con Quota 41 per i precoci (l'ala minoritaria), dall'altro coloro che sono sedotti dalla proposta di Tito Boeri del passaggio al contributivo (l'ala maggioritaria). Ichino, infatti, ha dichiarato come non soltanto sia necessario il passaggio al contributivo ma come esso debba essere, comunque, a costo zero per lo Stato ed il motivo è semplice: non bisogna continuare nella politica di provvedimenti che tutelino i sessantenni penalizzando di fatto i giovani, per cui se si intende accrescere la spesa sociale, essa dovrebbe essere diretta a chi si trova in difficoltà, senza lavoro e magari con minori a carico.

In realtà, anche Cesare Damiano ritiene che con la propria proposta e mandando in pensione più facilmente chi ha più di sessant'anni, si libererebbero posti per i più giovani: insomma, la battaglia politica prosegue. Per aggiornamenti su contributivo e proposte del PD, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.