La politica economica degli Stati membri dell'Unione Europea non sembra poter prescindere da una serie di regole sul bilancio che sono state predisposte dall'Eurogruppo: la notizia del possibile invio di una 'lettera' da parte della UE non può far dormire sonni tranquilli al governo Renzi, il quale però si dice tranquillo sulla tenuta dei conti pubblici. L'Europa, dunque, sembra molto scettica sulla possibilità di concedere all'Italia maggiore flessibilità sui bilanci, e questo si traduce in alcune necessarie indicazioni per quanto riguarda la possibilità di interventi sul welfare e soprattutto sulla riforma delle pensioni per il 2016: più volte i rappresentanti del governo hanno sottolineato che la legge Fornero non può essere toccata perché lo chiede l'Europa e dunque sembra essere molto difficile, allo stato attuale, poter intervenire sulla materia mediante un provvedimento sulla Quota 41 (quella richiesta a gran voce dai lavoratori precoci) o sulla Quota 100 (cioè l'introduzione di una maggiore flessibilità in uscita per tutti i lavoratori).
Le conseguenze per la riforma pensioni 2016: ultime notizie oggi 8 marzo
Qualsiasi intervento di riforma delle pensioni, sia esso la Quota 41, la Quota 97 o la Quota 100, necessita di una certa disponibilità sui conti pubblici nazionali e la possibilità di lavorare anche sul debito, magari facendolo crescere di qualche decimale. La notizia giunta nella giornata di ieri è che l'agenzia di rating Fitch ha tagliato le stime sulla crescita del PIL in Italia: se il governo Renzi aveva vantato grandi risultati in questa direzione, soprattutto grazie al Jobs Act, le indicazioni che arrivano dall'Eurogruppo e dalle agenzie di rating sembrano raccontare un'altra situazione. Il PIL sarebbe dovuto crescere nel 2016 dell'1,3% mentre le nuove stime parlano dell'1%, mentre per il 2017 la stima era dell'1,5% mentre ora è stata 'aggiustata' all'1,3%: in parole semplici, potrebbe arrivare una lettera all'Italia da parte dell'Europa all'interno della quale si potrebbe richiedere una manovra aggiuntiva di tagli sulla spesa pubblica.
Si tratta di priorità e di scelte da parte del governo Renzi: le critiche sono piovute sul fatto che il premier ha preferito tagliare la Tasi sulla prima casa (per tutti, anche per i più abbienti) e dare 80 euro in più in busta paga, piuttosto che intervenire strutturalmente sulla previdenza e il welfare. Gli scenari futuri, a questo punto, sono difficili da indicare.
Quota 100 e Quota 41: possibile una riforma delle pensioni per il 2016?
A questo punto, secondo molti commentatori autorevoli, è difficile che il governo Renzi, con gli occhi dell'Europa puntati sui conti pubblici italiani, possa muoversi realmente verso una riforma delle Pensioni in questo 2016. La battaglia dei lavoratori precoci sta raggiungendo i media e la loro voce è arrivata forte e chiara ai vertici del governo: quale possibilità per la Quota 41 in tempi brevi?
La risposta è molto difficile: la linea di tendenza dell'esecutivo Renzi è sempre stata quella di un taglio del welfare per permettere un taglio della pressione fiscale e, in questo senso, non sembra che vi sia spazio per un intervento sulle pensioni. Anche per quanto riguarda le proposte di Quota 97 e Quota 100, il discorso è il medesimo: nonostante sia Tito Boeri che Cesare Damiano abbiano dimostrato che i risparmi per la previdenza ci sarebbero ma soltanto sul lungo periodo, è chiaro che l'Europa voglia risposte adesso e non tra una decina di anni. Per aggiornamenti sulla previdenza e i rapporti tra Italia ed Europa, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.