Sciopero dei medici il 17 e 18 marzo, le agitazioni del settore dureranno 48 ore con la partecipazione di tutte le rappresentanze sindacali. Lo sciopero è stato indetto in seguito ad un evidente malessere della categoria dei camici bianchi che ribadisce la disapprovazione ai tagli delle prestazioni erogate ai pazienti e alla totale indifferenza, da parte del Governo, ai problemi della Sanità italiana.

Allo sciopero aderiranno medici dirigenti sanitari, dipendenti e convenzionati, pediatri, specialisti ambulatoriali e veterinari.

Medici in sciopero per tutelare la salute dei cittadini

La decisione dello sciopero dei medici è stata presa all’unanimità dall’intersindacale del settore medico. Dopo la prima giornata di sciopero dello scorso 16 dicembre, che ha raccolto quasi l’80% di adesione da parte della categoria sanitaria, i problemi sollevati risultano ancora fermi, così come è fermo il contratto di lavoro dei medici, non rinnovato da circa 7 anni. I sindacati dei medici ci tengono a chiarire che le ragioni della loro protesta non sono da ricercare in eventuali interessi economici della categoria, ma nella difesa dei diritti dei cittadini, sottolineando che la posta in gioco è altissima poiché si tratta della fragile sostenibilità del Sistema sanitario e della difficile impresa di poter garantire le cure e le prestazioni, in modo equo, su tutto il territorio nazionale. Problemi fondamentali secondo i sindacati, tanto da non poter essere omessi dai programmi della Politica, come le annunciate assunzioni che non ci sono ancora state, contro l’aumento concreto dei tagli attuati dalla Legge di stabilità e un progetto inesistente per l'organizzazione sanitaria. Il diritto alle salute è seriamente a rischio con la visione estremamente fiscale della Sanità pubblica, troppo a vantaggio della privata e a discapito del cittadino.

Sciopero medici: aderiscono anche i privati

Lo sciopero dei medici previsto per il 17 e 18 marzo avrà l’adesione anche del sindacato dei medici  privati che, secondo dichiarazioni di rappresentanti della categoria, condividono ampiamente le ragioni della protesta dei medici della pubblica sanità, sottolineando il disagio provocato dalla frammentazione delle 21 unità sanitarie regionali e la necessità di un appropriato riconoscimento del ruolo professionale del lavoro del medico.